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Case e negozi a 1 euro contro lo spopolamento montano

Case e negozi a 1 euro per combattere lo spopolamento della montagna friulana. Questa la proposta avanzata nella provincia di Pordenone dall’Ascom pordenonese. Una soluzione non nuova contro il flagello dell’esodo degli abitanti delle montagne, già intrapresa in altre aree dell’arco alpino e appenninico, su cui l’associazione ripone la propria fiducia.

La proposta, che mira ad estendere anche oltre i confini provinciali l’offerta di acquisto di proprietà immobiliari a un euro o un prezzo simbolico, verrà sottoposta a breve a sindaci e rappresentanti delle categorie.

Un progetto su scala regionale

Una iniziativa pienamente fattibile, a detta dell’Ascom, che vede l’introduzione delle case a un euro come estensione di un piano regionale già in essere. Trattasi del progetto, presentato dall’assessore regionale Stefano Zannier, che prevede un finanziamento di 800mila euro a vantaggio di giovani imprenditori, al di sotto dei 41 anni, con l’intenzione di avviare o rilevare imprese agricole o forestali nei comuni montani friulani. La proposta di Ascom è di allargare i benefici di tale piano anche ad altre categorie, con la finalità di incentivare commercio e residenzialità. Due elementi essenziali per far ripartire il turismo locale. Le strutture da cedere a prezzo agevolato saranno quindi non solo abitazioni ad uso residenziale ma anche negozi sfitti.

Sindaci in prima linea

Come spiegato dal presidente Ascom di Pordenone Alberto Marchiori a Il Gazzettino, la proposta chiama in gioco i Comuni in qualità di proprietari di molteplici locazioni. Laddove possibile, si farà richiesta ai Sindaci di “vendere” tali strutture al pubblico a prezzi bassi. Un gesto che si spera funga da primo impulso per innescare un meccanismo a effetto domino su scala regionale.

Si partirà dunque con un colloquio con i sindaci dei paesi di montagna, allo scopo primario di ottenere una mappatura di terreni e strutture sfitte. In un secondo momento si cercherà di coinvolgere Coldiretti, Confcooperative, Confartigianato, Associazione nazionale costruttori.

Non in ultima la Regione, ente territoriale che potrebbe supportare economicamente, almeno in parte, il progetto. Negli scorsi giorni hanno già dato la propria disponibilità ad ascoltare le richieste di Ascom il presidente di Coldiretti Pordenone, Matteo Zolin, e Silvano Pascol, leader pordenonese di Confartigianato.

I bassi costi non bastano

Trattandosi non solo di abitazioni ma anche e soprattutto di edifici da adibire ad utilizzo commerciale, Ascom sottolinea come sia necessario prevedere anche agevolazioni di carattere fiscale per gli acquirenti.

Il progetto “Case a 1 euro”

Un progetto, quello delle case a 1 euro, che ha preso il via nel 2008 con il primo bando, sostenuto da Vittorio Sgarbi, nel borgo siciliano di  Salemi (TP). Seguito da Lecce nei Marsi, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Ollolai, un paesino sardo di poco più di mille anime a 45 chilometri da Nuoro, Regalbuto, altro borgo siciliano ai piedi dell’Etna e ancora Sambuca, sempre in Sicilia, in provincia di Agrigento, solo per citarne alcuni.

Facendo un salto dagli Appennini alle Alpi, lo scorso anno una situazione similare a quella attuale del Friuli si era manifestata in Piemonte. Di fronte al crescente spopolamento della montagna, il piccolo comune piemontese di Borgomezzavalle, in valle Antrona, aveva messo in vendita diverse case abbandonate alla cifra simbolica di 1 euro. Una iniziativa proposta dal sindaco stesso del paese Alberto Preioni che, in maniera critica, aveva invitato i possidenti delle abitazioni, residenti spesso all’estero, a regalare gli edifici piuttosto che lasciarli cadere a pezzi.  

Di recente un ulteriore borgo siciliano, Canicatti (AG), ha proposto ai possessori di edifici disabitati di cederli al prezzo di 1 euro al Comune per un periodo di 3 anni. Tempo necessario all’Ente per pubblicizzare la vendita, trovare acquirenti, fornire consulenza e collaborazione, predisporre gli atti per l’assegnazione degli immobili. Agli acquirenti verrà fatta richiesta di ristrutturare e recuperare gli immobili.

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7 Commenti

  1. 1 euro simbolico, poi spese Notarili e….parecchi per restauri o ristrutturazioni..altrimenti si fa vita da eremiti.
    Fanno molta audience i documentari che prongono il solito cliche’ “Lascio citta’ e professione remunerativa ben avviata”per vilaggio di montagna e allevamento e agricoltura. e artigianato ed agritur.
    Poi si capisce che hanno speso parecchio di architetto, varie ditte edilizia, consulente agronomo …ecc per…non avere mai tempolibero per gustarsi la Montagna, sempre a mungere, far formaggio, pulire il letame..raccogliere tronchi e spaccar legna.
    Dulcis in fundo…ti frana la strada o la teleferica di servizio aspetta da anni il nulla osta

  2. Comincio ad essere infastidito da queste iniziative un po’ camuffate. Se davvero viene data la possibilità di acquisti a quei prezzi, le normative e le aspettative di rilancio da parte degli enti locali, impongono poi ingenti investimenti di recupero, entro tempistiche precise.
    Questo rende l’operazione possibile solo a chi non sempre o quasi mai ha a cuore uno stile di vita “montano”, dedicandosi ad attività tradizionali.
    E tanti che lo farebbero si fermano di fronte ad impegni economici fuori portata.
    Esagero, lo so. Ma diciamo le cose come stanno.

  3. Intanto bisognerebbe abbassare gli affitti di case almeno dignitose abitabili da subito e le conseguenti tariffe di servizi e forniture .Invece per le seconde case sono maggiorate e pure tassa di soggiorno..e poi Ici, Imu, Tari, Tosap, chiudono Uffici Postali, Farmacie, rimangono solo stazioni dei Carabinieri a sorvegliare radi passaggi di auto in quasi tutto il periodo annuale…

  4. Concordo con il fatto che la vita del “buon montanaro felice” è solo un’utopia e recuperare rustici e immobili vari ha costi decisamente alti e lo dico con cognizione di causa avendo trascorso 33 anni negli Uffici Tecnici Comunali e per questo mi permetto di fare una proposta diversa.
    Perchè al posto della vendita non si utilizza lo strumento del COMODATO D’USO, il Comune o il privato mantengono la proprietà e il beneficiario può rendere abitabile la costruzione ed utilizzarla per un certo numero di anni, con la clausola che se non interviene il contratto viene automaticamente annullato, cosa ben più difficile nel caso di un contratto di acquisto.
    Non è la soluzione a tutti i problemi ma almeno è una proposta.

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