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IL CAI a favore del ritorno dei grandi carnivori

La questione della presenza dei grandi carnivori sull’arco alpino è sempre più sotto la luce dei riflettori. Lo scorso marzo il Gruppo Grandi Carnivori del CAI si è riunito a Bergamo in occasione della Giornata nazionale di studio sul Lupo. Da quella giornata, dopo mesi di lavori del CSC (Comitato scientifico centrale) e della CCTAM (commissione centrale tutela ambiente montano), è emerso un documento, approvato da parte del Consiglio Centrale, che esprime una posizione condivisa ed ufficiale sui temi legati al ritorno di questi animali in territorio montano.

Di seguito il testo integrale.

 

IL CLUB ALPINO ITALIANO

valuta con favore

il ritorno dei grandi carnivori in Italia, coerentemente con quanto sancito nell’articolo 1 del proprio statuto (…. la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale) e come ribadito dal Bidecalogo.

Considerando possibile la convivenza dell’ uomo con i grandi carnivori, auspica il loro stabile insediamento e la ricostituzione di popolazioni vitali e socialmente accettate, in grado d’interagire compiutamente con le altre componenti eco-sistemiche anche nel rispetto delle attività agro – silvo – pastorali tradizionali.
Tenendo conto dell’elevato grado di antropizzazione del territorio alpino ed appenninico, delle ricadute su alcune attività economiche con relativi conflitti e del timore che la presenza dei grandi carnivori ingenera in una parte della popolazione

ritiene

che detti processi di ricolonizzazione debbano essere necessariamente accompagnati da adeguati interventi finalizzati a mantenere, migliorare o ricreare il contesto ambientale, economico e socio-culturale, indispensabile a garantire la convivenza con queste specie;

considera

fondamentali i due seguenti aspetti: prevenzione e comunicazione.
La prevenzione dei danni alle attività antropiche appare migliorabile attraverso un maggior controllo della reale funzionalità ed efficienza delle opere di protezione e dissuasione presenti sul territorio e tramite l’incentivazione di una loro ulteriore diffusione nelle zone d’interesse.

La comunicazione corretta è indispensabile per fornire alla popolazione in generale e specificamente ai principali portatori di interesse, nozioni sull’etologia e l’ecologia dei grandi carnivori, perché ne comprendano la funzione ed il grande valore biologico.
Tramite la conoscenza si possono infatti superare ataviche paure, comprendendo al contempo le complesse problematiche legate a questo ritorno.

Attraverso la consapevolezza si possono adottare quei comportamenti responsabili e razionali, che soli possono consentire una convivenza equilibrata con specie di fondamentale valenza ecologica, a rischio di estinzione.
Indispensabile è l’attività di monitoraggio, gestione, informazione e formazione attuata dagli enti preposti.
Strategico inoltre appare il rafforzamento dei contatti, della collaborazione e del coordinamento tra enti nazionali e sovranazionali, al fine di garantire l’applicazione di protocolli unitari e condivisi, importanti soprattutto per la gestione ed il controllo degli individui problematici (in particolare orso bruno).

Si ritiene infine indispensabile che le iniziative tese ad attenuare l’impatto del ritorno dei grandi carnivori trovino realizzazione in un quadro programmatico di finanziamenti nazionali e regionali e che ci siano indennizzi certi e rapidi per i danni e le predazioni sugli animali allevati.

auspica

una decisa intensificazione delle attività di ricerca scientifica sui grandi carnivori, volte in particolare a migliorare e diffondere le conoscenze relative alla loro etologia, ecologia e distribuzione, necessarie per un’ottimizzazione delle azioni di gestione e conservazione faunistica;

si impegna, per parte propria,

  • a fornire il proprio supporto agli enti ed istituzioni responsabili della gestione dei grandi carnivori, sia in termini di formazione culturale, sia mediante la raccolta di dati aggiuntivi su avvistamenti e indici di presenza, tramite la propria capillare presenza sul territorio montano, segnalando altresì situazioni problematiche di convivenza con
    l’uomo e valorizzando la messa in atto di buone pratiche, con prioritario riferimento alle tradizionali attività zootecniche di montagna;
  • ad attivare verso i propri associati una serie di iniziative volte a migliorare la conoscenza e l’accettazione di queste specie, nonché individuare e divulgare adeguate norme comportamentaliper i frequentatori della montagna.

 

(Fonte: loscarpone.cai.it)

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