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Chamonix, la capitale mondiale del BASE jumping, dice basta

Questa estate su Altus, rivista ufficiale di Chamonix, capeggiava in copertina la foto di un BASE jumper intento a lanciarsi dalla Aiguille du Midi, titolo: “Chamonix nouveau Camp de BASE”.

Sono passati solo due mesi da quell’auto-proclamazione a capitale mondiale del BASE jumping, ma nel frattempo sulle montagne di Chamonix i morti con la tuta alare sono stati di più.

Ed è proprio a seguito dell’ultimo incidente, in cui ha perso la vita il russo Ratmir Nagimyanov, schiantatosi contro uno chalet, che il Sindaco di Chamonix ha deciso di vietare l’attività di BASE jumping con la tuta alare. Questo almeno per il momento, in attesa di predisporre una regolamentazione più stringente in una zona che solo questa estate ha visto più di 2000 lanci.

Quello che il Comune chiede agli operatori ed agli appassionati non è solo una maggiore sicurezza per voli in sé, ma anche per i soggetti esterni che potrebbero essere messi in pericolo, basti pensare che invece di finire contro ad uno chalet abbandonato, Nagimyanov avrebbe potuto colpire una persona o un’auto.

Nella valle ai piedi del Monte Bianco, a dir la verità, la pratica del wingsuit è stata già disciplinata a partire dal 2013: sono infatti vietati i voli dalle 10.00 alle 15.00 dal 1 giugno al 30 settembre ed inoltre vige l’obbligo di segnalazione prima di ogni volo. Ma evidentemente ciò non è bastato. Ora il Comune si aspetta una proposta di regolamentazione sulle zone di lancio, linee di volo e luoghi d’atterraggio. Fino a quel momento tutti i lanci sono cancellati e Chamonix dovrà accontentarsi di vantarsi di essere “solo” la capitale mondiale dell’alpinismo.

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