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Un nuovo percorso dolomitico di 90 km per abbattere le divisioni ed unire l’Europa

La montagna che unisce, contro i muri che nascono in Europa. È questa l’idea alla base del progetto di rifugisti e guide alpine che hanno creato un percorso di 90 km con molti ponti e ferrate sui sentieri della Grande Guerra fra l’Alto Val Pusteria, l’Alto Bellunese e Tirolo orientale austriaco. Quattro le porte d’ingresso: da Kartitsch, da Sesto Pusteria, dalle Tre Cime e dalla Val Comelico.

Il Nome è “Dolomiti senza confini” e collegherà due Stati, tre regioni, tredici rifugi d’alta quota, tre malghe e dodici vie ferrate, alcune da mettere a punto, altre già pronte.

Il costo è di 200 mila euro, che dovrebbero essere finanziati dai progetti europei di cooperazione. La data prevista per l’inaugurazione è giugno 2018 e non è casuale: saranno cent’anni dalla fine della Grande Guerra, che su queste montagne non si è risparmiata con il fronte italiano da una parte ed i soldati dell’impero austro-ungarico dall’altra.

“Pensiamo che le nostre montagne non debbano più costituire una barriera, che possano diventare un punto di incontro e di amicizia tra i popoli, in un periodo storico in cui si tende a dividersi. Vogliamo una grandiosa Alta Via dolomitica, un percorso alpinistico di pace sui luoghi della guerra e vicino ai nuovi muri” ha raccontato l’ideatore del progetto Bepi Monti, gestore del rifugio Carducci (2.297 metri) e in passato anche della Piramide dell’EVK2CNR.

 

(fonte e foto: Corriere della Sera)

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