Arrampicata

Adam Ondra: “Loro sembravano felici, ho deciso che volevo essere come loro”

Foto @ Sara Sottocornola
Foto @ Sara Sottocornola

Eleganza ed equilibrio. Forza e determinazione. Ecco cosa ha portato Adam Ondra a scalare le falesie più difficili del mondo, muovendosi su appigli invisibili e risolvendo passaggi apparentemente impossibili. Ondra è stato ospite il 30 agosto da DF Sport Specialist nel negozio di Bevera di Sirtori (Lc) per uno dei più importanti e affollati appuntamenti del ciclo 2016 di “A tu per tu con i grandi dello sport”: una serata con la “Slideshow – Life of a climber” e un pomeriggio di scalata per l’inedita “Sfida il campione” sui boulder presenti all’esterno del negozio.

Poco più di vent’anni, considerato uno dei più forti climber della storia, Adam Ondra ha scalato ben oltre 100 vie d’arrampicata sportiva dal 9a in su. “Mi sento un ragazzo normale – racconta lui -. Ho solo avuto la fortuna di essere nato in una famiglia dove tutti scalavano. Giocavo sotto le falesie e guardavo i miei genitori arrampicare: era una cosa talmente naturale che solo verso i 7 anni, ormai grandicello, mi sono reso conto che non tutte le persone al mondo scalano”.

Vicino a Brno, la sua città natale in Repubblica  Ceca, ha mosso i primi passi sul calcare, ha aperto la sua prima via ad alta difficoltà e liberato uno dei più difficili dei suoi boulder, Terranova 8C+. “A 13 anni su quelle falesie, ho capito che non esistono limiti superando un passaggio in placca solo con un’unghia. Ora so che c’è sempre un modo per superare le difficoltà”.

Ondra ha iniziato giovanissimo a a viaggiare e a misurarsi con le pareti più complesse d’Europa e del mondo. “Uno dei miei posti preferiti è la grotta di Hanshelleren a Flatanger, in Norvegia, dove ho aperto Change, il primo 9b+ mondiale. Mi piace questo posto perchè amo la vita da campeggio e oltre a scalare posso fare altre cose, come andare in bici o al mare”.

“Qui ho tirato 20 vie e mi rimangono ancora 4 progetti da realizzare – svela al pubblico -. Linee di 9b+ o anche 9c. Voglio realizzarli non solo per una sfida tecnica, ma per la loro bellezza”.

Tutto per Ondra è cominciato come un gioco, ma è l’allenamento a segnare la svolta verso il professionismo e l’eccellenza nelle competizioni mondiali. Nel 2013 che inizia ad essere seguito dallo spagnolo Patxi Usobiaga. “Lui si definiva non talentuoso ma masochista: volevo vedere se il suo stile poteva farmi migliorare. E’ stato un periodo duro, oltre all’allenamento avevo l’università. Ma mi piaceva”.

I frutti arrivano presto: risultati in Coppa del Mondo, gare internazionali. E in Francia riesce ad aprire “C.R.S.” sulla falesia di Mollans: la via più dura di Francia, un 9b+ in soli 3 giorni.
Da quel momento le gare diventano una parte molto importante della sua vita. “E’ difficile quando devi mostrare due anni di allenamento in soli 5 minuti. Ma il momento peggiore è prima della gara, quando hai tempo di pensare. Quando scalo, poi, la mente non c’è e i movimenti sono fatti di intuizione ed esperienza. Allora sono al 100%”.

“Non voglio che pensiate che questo mio parlare di allenamenti duri sia parlare di sofferenza. Per me arrampicare è gioia, è libertà – conclude Ondra fra gli applausi del folto pubblico -. Non scalo per sfogare rabbia o per ambizione. Sono solo contento di farlo. Anni fa avevo letto il libro “Rock Stars”, con le interviste ai migliori climber della storia. Loro sembravano felici, ho deciso che volevo essere come loro: devo dire che ho fatto bene. L’arrampicata è la cosa più importante della mia vita e sento la responsabilità di condividere questa passione con chi mi segue, come voi. Ringrazio Sergio Longoni che mi ha voluto qui e prometto di ritornare presto per raccontarvi nuovi progetti”.

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