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Calabria, chiesto stato di calamità

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TROPEA, Vibo Valentia — Continua a franare il promontorio che sovrasta la costa calabra. Dopo lo smottamento che nei giorni scorsi ha causato la morte di 2 persone, ieri la roccia ha franato nuovamente sull’ex statale 522 che passa da Tropea. E intanto la Salerno-Reggio Calabria resta chiusa per 60 chilometri tra Cosenza nord e Falerna, causando disagi enormi alla viabilità. La Protezione civile ha chiesto al governo lo stato di calamità naturale.

Nella notte tra mercoledì e giovedì è caduta una nuova frana di grandi dimensioni dalla montagna che sovrasta l’ex statale 522, all’altezza di Tropea, sulla costa tirrenica vibonese. Roccia e materiali fangosi, staccatisi per la abbondanti piogge degli ultimi giorni, hanno danneggiando abitazioni, automobili ed il depuratore comunale, arrivando sino al mare.
 
Nuove frane sono cadute poi più a sud, nella zona tra Villa San Giovanni e Scilla, e l’Anas ha stabilito la chiusura di un tratto di 60 chilometri della Salerno-Reggio Calabria, nel tratto compreso tra Cosenza e Falerna. Tale provvediemnto ha causato danni enormi alla circolazione dirottata sulle statali 107 e 18.
 
Guido Bertolaso, capo della Protezione Civile, ha auspicato che l’A3 venga riaperta entro il fine settimana, anche se lo stato attuale delle cose non dà grandi speranze che si possa ritornare all’ordinaria viabilità in così poco tempo.
 
Nel frattempo però Bertolaso ha richiesto al governo lo stato di calamità naturale per la regione Calabria, messa in ginocchio da questi nuovi smottamenti, che l’hanno praticamente divisa in due dal punto di vista delle vie di comunicazione. Sono infatti 220 i paesi colpiti, e per il ripristino della circolazione sarà necessaria un’azione congiunta di Comuni,  Protezione Civile, Regione, Anci, Upi e prefettura.
 
 
 
Valentina d’Angella

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