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Cani nei rifugi, lettera aperta al Presidente del CAI SAF

Riportiamo la lettera aperta che ci hanno inviato Alessandro Sporeni e Manuela Rinaldi, due nostri lettori, al Presidente del CAI SAF sul tema dei cani nei rifugi, nella speranza che possa essere un punto di vista utile alla discussione.

 

“Spett.le Presidente CAI SAF

Ginger è il nome della nostra amica pelosa che ci accompagna sempre nelle gite di scialpinismo e in giro a pedalare per le piste ciclabili di tutta Europa, un po’ di corsa (ha imparato a tenere la destra) e un po’ nel rimorchio. Naturalmente frequentiamo la montagna anche d’estate, o meglio la potremmo frequentare di più.

Il Regolamento Generale Rifugi del CAI indica che: “….non si possono introdurre animali nei rifugi, salvo diverse disposizioni concordate tra Sezioni e Gestore. Resta comunque il divieto assoluto di accesso agli animali nei locali adibiti a pernottamento”.

Nonostante gli innumerevoli progressi fatti negli ultimi anni in campo legislativo e di sensibilità comune che hanno portato a permettere l’accesso al miglior amico dell’uomo ormai a quasi tutti gli ambienti comuni, sembrerebbe che alcune organizzazioni, invece di affrontare questi argomenti con spirito nuovo, abbiano intenzione di condurre una battaglia di retroguardia su questi temi.

Guardate, vengo subito al punto, non ne faccio un problema etico, ognuno è libero di pensarla come vuole, gli animali da compagnia possono piacere o non piacere, ognuno ha i suoi gusti e sensibilità. Ne faccio solo un problema commerciale, o di profitto se preferite, forte della certezza che ormai gli escursionisti con cane al seguito non sono una esigua minoranza, ma che rappresentano o potrebbero rappresentare, una importante fetta del mercato.

E’ ovvio che la presenza dei cani nei rifugi va subordinata a una serie di fattori tra i quali annovererei certamente la dimensione del rifugio e dei locali; nessuno si sogna di introdurre degli animali in una piccola e affollata camerata comune! Ma da proprietario di cane mi sento di fare alcune considerazioni che potrebbero essere dei suggerimenti.

E’ anacronistico vietare l’ingresso dei cani nella zona pranzo. Ormai da lungo tempo in tutta Europa i proprietari di cani sono bene accetti. In Europa del Nord il cane viene quasi sempre servito per primo (gli viene subito portata una ciotola d’acqua).

Non tutti i rifugi dispongono solo di camerate per il pernottamento, molti dispongono di camere e non sempre i rifugi sono superaffollati. Il pavimento in legno può essere velocemente ed economicamente coperto con un linoleum che garantisce facilità di pulizia e igiene. Badate bene: i cani abituati a viaggiare con i loro padroni generalmente sono molto puliti ed educati, ma qualche emergenza può sempre accadere. In alternativa si potrebbero installare delle strutture esterne appositamente concepite dove lasciare i cani a pernottare. Il problema a questa soluzione potrebbe essere che i cani abituati a dormire vicino al loro padrone potrebbero ululare tutta la notte… ma si tratta di proporre delle soluzioni, non solo di vietare in modo anacronistico.

Un’altra idea. I rifugi sono sempre sovraffollati durante tutto il periodo di apertura? Partendo dall’idea che nessuno vuole imporre convivenze forzate a chicchessia, perchè non istituire la “settimana cinofila” magari a inizio o fine stagione quando i rifugi sono mezzi vuoti?

Mi rendo conto che un cane è, nel miglior dei casi, un “potenziale disturbo” per un rifugio di montagna ed è per questo che il sottoscritto (e penso la totalità dei proprietari di cani) è disposto a pagare per questo servizio, anche “profumatamente”.

In attesa di trovare delle soluzioni a questi temi, l’appassionato con cane ha diverse soluzioni. Iniziare a prendere il telefono in mano per verificare di persona la disponibilità del rifugio in merito. Certi rifugi, soprattutto quelli privati, già ospitano anche cani, previo ovvio sovrapprezzo. Ma anche tra i rifugi del CAI le risposte e gli atteggiamenti sono diversi, non tutti sono disponibili a perdere clienti per anacronistiche norme. L’esperienza personale mi insegna che i rifugi sulle Dolomiti sono generalmente poco disponibili a questi argomenti, al limite della maleducazione, ma in altre zone d’Italia le cose cambiano drasticamente. Non posso ovviamente citare i nomi dei gestori che hanno violato lo statuto.

E quindi ci tocca organizzare le gite in funzione della disponibità dei rifugi su questi temi o più semplicemente rinunciare a un percorso plurigiornaliero in uno giornaliero, magari facendo base in una accogliente “stube” di fondovalle.

Sperando di stimolare una discussione su questi argomenti abbiamo maturato la decisione di non rinnovare più le tessere del CAI, dal quale ci sentiamo malamente rappresentati e di contrarre l’assicurazione per il soccorso alpino con Dolomiti Emergency, la quale, udite udite, prevede l’assicurazione per il soccorso in caso di infortunio anche per l’amico quattrozampe!

Il mondo cambia velocemente e ci offre sempre nuove e meravigliose opportunità!

In attesa di ripercorrere l’Alta Via N°1 con tutta la famiglia, distinti saluti.

Alessandro Sporeni ex socio CAI SAF Udine

Manuela Rinaldi ex socio CAI SAF Udine”

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