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Libro: per non dimenticare la tragedia del 1935, “La storia della Diga di Molare”

MOLARE, Alessandria — Un libro frutto di indagini bibliografiche e di inchieste sul campo, che si rivolge sia agli appassionati di storia locale che a tutti coloro che sono interessati a fatti o disastri ormai dimenticati. Vittorio Bonaria firma “La storia della Diga di Molare – Un Vajont dimenticato” (Erga Edizioni), con la prefazione di Luca Mercalli.

La narrazione degli avvenimenti e delle cause del disastro è volutamente di tipo divulgativo ed è corredata da numerose immagini di repertorio. Il libro contiene molteplici spunti di approfondimento per gli studenti delle scuole secondarie e delle università, alla luce degli eventi calamitosi che periodicamente scuotono la nostra nazione e che
vengono ripetutamente considerati “senza precedenti”, mettendo ancora una volta in evidenza il difficile rapporto
tra uomo ad ambiente circostante.

PER GLI ESCURSIONISTI
Gli amanti delle escursioni naturalistiche e di archeologia industriale troveranno utile la mappa dei sentieri consigliati e le foto figuranti lo stato attuale dei luoghi.
La Diga di Molare è un monumento immerso nei i boschi delle Alpi Liguri che si erge a memoria di un evento catastrofico ormai quasi totalmente dimenticato ed accaduto nel 1935, al confine tra le province di Genova ed
Alessandria. “Nel Comune di Molare nella mattinata del 13 Agosto 1935, uno dei due sbarramenti, denominato “Diga Secondaria di Sella Zerbino” collassò…”. Una grande ondata si riversò a valle seminando morte e distruzione lungo tutto il corso del Torrente Orba sino alla lontana confluenza con il Fiume Bormida posta alle porte della città di Alessandria. Le vittime accertate furono 111. Da la “Diga Principale di Bric Zerbino”, alta 47 metri, è nota alle genti del posto come la “Diga di Molare”.

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