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Ma a Tirolo interessano i turisti italiani?

tiroloTIROLO – La domanda sorge spontanea: “A Tirolo interessano i turisti italiani?”. Perchè dalla notizia che l’associazione turistica locale ha installato i cartelli dei sentieri di montagna solo in tedesco, sembrerebbe proprio di no. “Sono stati utilizzati i nomi storici” si afferma in un comunicato stampa. “In questo modo si è messa da parte la violenza culturale messa in atto da Tolomei”, hanno dichiarato i consiglieri Arnold Poehl e Michael Prantl del consiglio comunale di Tirolo di Suedtiroler Freiheit. “Speriamo che anche altri Comuni altoatesini seguano questo esempio”.

E così, d’ora in avanti, i tanti turisti italiani (la zona, sita a due passi da Merano, è molto amata dai romani, e non solo) che si inerpicheranno per i sentieri montani di Tirolo e dintorni, saranno costretti a decifrare i cartelli in tedesco: Apfelweg anzichè Via della Mela, ma soprattutto gli intraducibili (per chi non conosce la lingua, per cui la maggior parte dei visitatori provenienti dallo Stivale) Farmerkreuz, Muthoefe, Kuens, Schloss Auer, Tiroler Weg, Tiroler Kreuz, Passerweg, Schenna e Ruprechtkirche. Fortunatamete si salvano i numeri, su cui nessuno può mettere becco.

Una decisione assurda, che tra l’altro si infrange contro lo spirito della Costituzione e le sentenze della Corte Costituzionale e dello stesso Statuto speciale d’Autonomia alto-atesino. Ma l’associazione non vuole fare passi indietro: “Anche il consiglio provinciale ha auspicato che Suedtirol Marketing permetta ai visitatori di scoprire mano a mano i nomi originari dei luoghi altoatesini. Chi viene qui cerca autenticità e purezza”.
Insomma, una annosa questione che non accenna a risolversi.

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13 Commenti

  1. Capisco l’ identita’ culturale, ma quando leggo una parola come purezza mi vengono i brividi.
    Voi rispondete alla violenza di Tolomei con la vostra violenza, quando la soluzione semplice sarebbe di mettere le due lingue ( che vi piaccia o no le montagne fanno parte dello stato italiano ) prima che qualcuno vi obblighi.
    Il mondo non finisce a valle del vostro maso!

  2. Piuttosto c’è da chiedersi se agli italiani interessa il Tirolo visto che il NOSTRO Alto Adige è di gran lunga più interessante e bello del Tirolo

    1. Tirolo è il nome di un paese vicino a Merano. Non c’entra con il Land del Tirolo che intende lei…Lei forse ignora che nemmeno 2 settimane fa si sono esibiti gli Schuetzen altoatesini, in più di 10.000 a Brunico per chiedere la secessione. Purtroppo qui non si sentono italiani. Passi per i toponimi che ci può anche stare visto che sono stati italianizzati forzatamente…quello che invece non capisco è come si tollerino manifestazioni come quella che ho nominato…e come si tolleri che esista un partito politico come la Suedtiroler Freiheit. Se penso che parte delle mie tasse serve per farlo vivere e far mangiare qualcuno di loro, allora sì che mi girano…ma tanto anche.

      1. Si scusi ho frainteso il nome Tirolo.
        Entrando nel merito, questi personaggi dovrebbero chiedersi se tornando all’Austria sarebbero trattati dal punto di vista economico come sta facendo l’Italia….bello fare i secessionisti ma passare all’incasso da chi vuoi separarti

        1. Secondo me lo sanno che c’avrebbero da perdere…ma evidentemente l’antipatia per le ferite passate c’è ancora. Trovo però assurdo che esista un partito politico dove per statuto un italiano non possa nemmeno iscriversi…e questi ripeto vivono grazie anche alle tasse degli italiani che risiedono in Alto Agide…

  3. ma a noi italiani interessa andare a fare le ferie in quelle zone?
    personalmente ho chiuso da quasi 10 anni con il sudtirolo proprio per idee cretine come questa

  4. Beh, ma se proprio vogliono andarsene perché non li lasciamo andare? Non si sentono italiani? Bene, non consideriamoli come tali! Per noi sono più una spesa che una risorsa, espelliamoli! Se poi l’Austria li vuole se li becchera’, altrimenti rimarranno soli e tanto peggio per loro.

  5. Bisogna viverci in questa terra ogni giorno, per capirne la drammaticità. Se una “signora” come Eva Klotz dicesse a Modena le stesse cose che dice a Bolzano sarebbe arrestata per attività contro lo Stato. La regione additata dai suoi politici come modello di convivenza, è in realtà l’unica (spero) nella quale l’apartheid dell’era pre-Mandela è ancora legalizzato: in tutte le scuole di ordine e grado c’è ancora un ingresso separato per i bambini italiani e quelli “tedeschi”; e quando si tentò di superare questa barbarie, i genitori “tedeschi” insorsero per non mescolare i loro figli con i maiali italiani…ci sono due provveditorati agli studi (italiano e tedesco) e due piani di studi diversi…(avete presente “Blacks only and Whites only?)
    Per non dire che la tanto osannata qualità della sanità provinciale prevede che un medico venga selezionato e prenda un posto fisso in ospedale se è in grado di esprimersi non in inglese, ma nell’idioma locale dell’ultimo contadino della valle più’ remota, in modo del tutto indipendente dalle sue capacità tecniche. Infatti, qui non c’è un inglese, né un francese, ma nemmeno milanesi tra i medici degli ospedali, e nemmeno li vogliono qui. Una della più’ tenaci battaglie locali portate a termine in questa terra è l’incesto genetico: evitare l’arricchimento del patrimonio genetico (che rappresenta il miglioramento della specie), difendendo l’unicità locale. I risultati evidenti a tutti sono almeno tre: un numero di suicidi nettamente superiore a qualunque altra regione; il concetto medioevale del “maso chiuso”, nel quale il padre-padrone nell’isolamento invernale dispone di figlie, figli, capre, e quant’altro disponibile, senza diritto di replica; quindi, un numero di malformazioni genetiche e di “mostri” superiore a qualunque altro territorio, conseguente a questa situazione protetta e difesa…
    I cartelli dell’AVS non sono un problema…..

  6. Frequento da decenni l’Alto Adige e in effetti quando sono nelle zone di lingua tedesca non ho mai la sensazione di essere in Italia. I pochi Italiani che incontro negli alberghi e nei rifugi sembrano sempre un po’ disorientati e i gestori e la popolazione locale non fanno granche’ perche’ si sentano a loro agio.
    Non credo che i Tirolesi abbiano interesse ai turisti italiani, se vengono bene, se non vengono ancora meglio. Dal dopoguerra in poi, grazie al grande afflusso di turisti tedeschi e agli sport di montagna la popolazione locale ha raggiunto un livello di benessere superiore alla maggior parte delle altre regioni,
    mentre fino agli anni 30-40 si trattava di zone in parte molto povere, tanto da dover „vendere“ o almeno affittare parte dei propri figli ai contadini del sud della Germania. Chi ha interesse puo’ leggere il libro ‘Schwabenkinder’ o vedere in rete (internet) il film omonimo (non so se esiste una versione in italiano). Alcuni di essi vivono ancora oggi e raccontano le loro peripezie.
    Anni fa ci furono proteste per via della segnaletica e se ben ricordo venne stabilito l’obbligo di usare ambedue le lingue.

  7. ….niente di nuovo leggo questi articoli e mi chiedo ….e allora? Vai in Renon sopra Bolzano ed dal stessa cosa da anni. Cartelli in lingua tedesca. Se sei uno che si sa muovermi montagna avrai sicuramente una cartina topografica e con quella ti orienti. Con queste polemiche non risolviamo nulla ….iniziamo a vedere il bicchiere d’acqua mezzo pieno non mezzo vuoto! L’alto Adige é una risorsa per noi. Cultura tradizione e grande rispetto per l’ Alpe. Ciao

  8. Sul Sempione mi ero avventurato in stradine asfaltate un po’ precluse. A un certo punto ho trovato un regolare cartello stradale con questa scritta: WEN SIE SIND BIS HIER ANGEKOMMEN DURFEN SIE WEITER FAHREN. Ciò che ho fatto, con la perplessità di chi mi inrociava. D’altra parte, facendo le parole incrociate so mai se scrivere Achen o Aquisgrana.

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