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Bertolaso: impianti aperti a loro rischio

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TORINO — Smette di nevicare e finalmente torna il sole. Con tutta le neve che c’è in montagna agli amanti degli sci non può che venire l’acquolina in bocca. Ma la situazione non è così semplice, per lo meno in Piemonte, dove il pericolo valanghe rimane al livello massimo e anche negli impianti sciistici il rischio di incidenti è elevato. Al punto che la Protezione Civile, pur non emettendo ordinanze, ha raccomandato la massima prudenza e stabilito che ciascun comprensorio decida sull’eventuale apertura. Assumendosene, però, la responsabilità civile e penale.

Il sole e la tanta neve in effetti sembrerebbero proprio promettere un weekend perfetto per sciare, se non fosse che laddove le nevicate sono state così abbondanti da far dichiarare alle Regioni lo stato di emergenza, i pericoli non sono ancora scongiurati.
 
Rimane altissimo il pericolo valanghe infatti, in tutto il nord-ovest. In Piemonte il rischio è ancora al massimo livello, di grado 5, a causa dell’arrivo del Föhn che soffierà sul versante italiano con forti raffiche di vento caldo. In Val d’Aosta invece il rischio è di livello 4. Una situazione che rende sicuramente proibitivo il fuoripista, ma comunque  pericoloso anche sciare in pista.
 
La Regione Piemonte aveva appoggiato Guido Bertolaso, capo della Protezione civile arrivato ieri a Torino per fare il punto della situazione con gli enti, nell’ipotesi iniziale di chiudere per sicurezza tutti i comprensori sciistici. "La priorità è salvaguardare la vita umana – aveva detto ieri Bertolaso in una dichiarazione alla stampa -. A qualsiasi costo. Anche adottando provvedimenti antipatici e antipopolari".
 
E così si motivava l’idea di blindare le vallate alpine, in particolare nelle province di Cuneo e Torino: strade e scuole chiuse. E soprattutto, in vista del weekend, impianti di risalita fermi. Ma immediato si è alzato un coro di polemiche, soprattutto da parte degli operatori turistici, così che alla fine non è stata emessa un’ordinanza e la decisione sull’eventuale apertura dei comprensori sciistici è stata rimessa ai gestori e ai Comuni. A proprio rischio e pericolo però.
 
Perchè i comprensori che apriranno ai turisti durante il fine settimana dovranno assumersi la responsabilità civile e penale di quello che potrebbe succedere. Tanto più che Bertolaso ha ricordato "che data la situazione non potrà essere garantito il soccorso in caso di incidenti".
 
In Valle d’Aosta le zone più pericolose sono quelle del settore Sud-orientale, al confine con il Piemonte, nelle valli di Rhemes, Valsavarenche, Cogne, Champorcher, Gressoney e Ayas, dove sono possibili valanghe spontanee di medie e grandi dimensioni. Così che risultano fermi gli impianti di risalita di Cervinia, Gressoney Saint-Jean e Valsavarenche. Nel compresnorio del Monterosaski, così come in quasi tutti gli altri, alcune piste sono aperte, mentre altre rimangono chiuse.
 
In Piemonte Sestriere è praticamente isolata e gli impianti rimarranno fermi, così come a Sansicario. A Bardonecchia rimangono chiuse solo le piste a quote più alte, mentre sarà possibile sciare a Cesana e a Claviere.
 
La situazione comunque è in continua evoluzione e dipenderà molto anche dalle condizioni della viabilità e delle strade che portano alle località turistiche. Oltre a questo weekend infatti, a preoccupare sono soprattutto le festività natalizie: i sindaci e l’assessorato al Turismo piemontese stanno infatti studiando un piano di accoglienza alternativa per i tanti turisti diretti nelle valli.
 
 
 
Valentina d’Angella

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