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La Svizzera entra nell’area di Schengen

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BERNA, Svizzera — Rimettete pure la carta d’identità nel portafogli. Da oggi alla dogana svizzera non ci saranno più  controlli alle persone. Svolta storica nella politica elvetica. Berna oggi aderisce ufficialmente all’area di Schengen, condividendo dunque con gli altri 28 paesi già membri le normative relative alle frontiere e alla collaborazione internazionale delle forze di polizia.

Oltre che al valore simbolico dell’atto, che avvicina sempre più la Svizzera all’Unione Europea, l’entrata della Confederazione Elvetica nell’area di Schengen significa concretamente che da oggi in poi al confine si faranno meno code e non ci sarà più bisogno di attendere i controlli alla persona.
 
Di fatto cioè quando attraverserete il confine svizzero non esibirete più il vostro documento d’identità, mettendo in pratica una consuetudine stabilita in Europa dagli Accordi di Schengen.
 
Il patto, stilato per la prima volta nel 1985 nella cittadina del Lussemburgo, da cui prende il nome, stabilisce infatti l’abolizione dei controlli sistematici delle persone alle frontiere interne dei paesi membri, la collaborazione delle forze di polizia e la loro possibilità di intervenire in alcuni casi anche oltre i propri confini (per esempio durante gli inseguimenti di malavitosi).
 
Gli Stati inoltre si coordinano nella lotta alla criminalità organizzata di rilevanza internazionale, come la mafia, il traffico d’armi, di droga, o l’immigrazione clandestina. E a tale scopo usufruiscono del Sistema di informazione Schengen, il cosiddetto  SIS, una banca dati comune a tutte le forze di polizia.
 
L’adesione della Svizzera all’area di Schengen è dunque un evento importante per la politica internazionale. Di fatto però il provvedimento, che entra ufficialmente in vigore oggi, sarà esteso alle frontiere aeree soltanto a partire dal 29 marzo e avrà una applicazione parziale.
 
Parziale nel senso che abolisce i controlli alle persone sul confine di Stato (anche se saranno comunque possibili controlli mobili nell’entroterra frontaliero e sui convogli ferroviari internazionali), ma non quello sulle merci. Queste continueranno a dover essere dichiarate per i valori superiori ai 10mila euro per chi entra o esce, ed eventualmente perquisite dalla polizia svizzera. La Confederazione non fa parte infatti dell’Unione Europea, il che comporta e giustifica i controlli doganali legati ai beni.
 
 
 
Valentina d’Angella

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