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Mt Cook: solo un sopravvissuto

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AORAKI, Nuova Zelanda — Troppo tardi. Non ha resistito al gelo e agli stenti uno degli alpinisti giapponesi dispersi da quasi una settimana sulle pendici del Mount Cook, in Nuova Zelanda. E’ morto poche ore prima che l’elicottero dei soccorsi riuscisse finalmente a raggiungere il loro bivacco, dopo giorni di tentativi andati a monte a causa del maltempo. 

I due alpinisti giapponesi, il 49enne Kiyoshi Ikenouchi e il 51enne Hideaki Nara, erano partiti mercoledì scorso per raggiungere la vetta del Mt Cook, 3.754 metri. Venerdì, durante la discesa, sono stati sorpresi dalla bufera e si sono accampati poco sotto la cima. Il giorno dopo, visto il mancato rientro dei due alpinisti, è scattato l’allarme.
 
Da domenica in poi si sono susseguiti diversi voli in elicottero, prima di tutto per individuare la posizione dei due dispersi che non potevano comunicare con nessun mezzo. Lunedì mattina il pilota era riuscito a intravvedere una tenda e un uomo che si sbracciava. Ma l’imperversare del maltempo ha impedito l’atterraggio e complicato le operazioni di soccorso e recupero anche nei giorni successivi.
 
Solamente ieri, grazie ad una schiarita, i piloti hanno potuto raggiungere un luogo vicino al bivacco dei due alpinisti. Purtroppo Ikenouchi, guida alpina, era deceduto poche ore prima per ipotermia. Il suo compagno, in stato di choc, aveva congelamenti al viso, al naso e alle orecchie. Ma tutto sommato si trovava in condizioni piuttosto buone.
 
"La loro tenda era collassata martedì notte sotto il peso della neve – ha raccontato uno dei soccorritori -. I due sono rimasti all’addiaccio per tre giorni con venti fino a 130 chilometri orari e temperature fino a venti gradi sottozero. E’ soprendente che Nura si trovasse in condizioni così buone".
 
Mercoledì, i soccorritori erano riusciti a lanciare ai due dispersi un sacco con viveri e materiali, ma gli alpinisti non se n’erano accorti o non sono riusciti a trovarlo. Per fortuna, erano equipaggiati abbastanza bene e uno di loro ha potuto sopravvivere fino all’arrivo dei soccorsi.
 
 Sara Sottocornola

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