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La saggezza delle montagne a Ballarò

Giannini, con un po’ di imbarazzo, introduce Mauro Corona con in mano il suo libro che parla di un Gesù Bambino gemellare, uno bianco l’altro nero. Lo aveva già fatto in una precedente trasmissione a dicembre, ma in questi casi abbondare non nuoce.

Ma Mauro Corona si fa piccolo e modesto, lui era lì invitato per parlare d’acqua, ma poi…Bruxelles, i morti ammazzati dall’odio ed il dibattito finisce sull’islam, sul sangue, sul terrore e la guerra.

Mauro si agita ed ascolta con calma Adinolfi, la Bonino, l’Iman Pallavicini.

Mauro dice cose sagge: parla dei bambini, che sono la base per una società da rifondare, non modificare. “I bambini sono la speranza”, Mauro vorrebbe raccontare di quando gli hanno insegnato a cacciare, ma preferisce lasciare perder e riprende “educare i bambini è facile, anche costringerli a sparare in testa a un nemico, ma loro, la loro educazione è la speranza”. Difficile farlo comprendere al mezzo miliardo di mussulmani che i bambini li educano facendogli ripetere per ore versetti del Corano, anche quelli che considerano noi miscredenti ed infedele gente da sopprimere.

Siamo destinati vivere in questo modo.

Siamo in guerra? Ci ripete Corona, ma contro chi scateniamo la nostra guerra? Nemmeno lo sappiamo. Chi controlliamo? Come a dicembre Mauro ripete che siamo in “balia”, non è semplice capire di chi. Quasi una paura dell’ignoto, un profondo malessere questo essere in balia. Disarmati, inermi, senza poterci difendere.

“Non c’è scampo, non abbiamo possibilità di cambiare, questo è un fuoco di carpino, che durerà a lungo. Sento blaterare, anch’io blatero, ma anche l’altra volta abbiamo detto le stesse cose. A quando la prossima?”

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