Alpinismo

Zangrilli racconta l’incidente della Favre

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KATHMANDU, Nepal — "Corinne è stata colpita al petto da un blocco di ghiaccio grande come una poltrona. L’ho visto cadere, ma eravamo agganciati a una corda fissa e non abbiamo fatto in tempo a spostarci". E’ l’alpinista americano Fabrizio Zangrilli a raccontare l’incidente accaduto qualche giorno fa sul Pumori, nel quale la skyrunner francese Corinne Favre è rimasta gravemente ferita.

Zangrilli si trovava vicino alla Favre, al momento del crollo del seracco. E ha prestato i primi soccorsi all’alpinista e al suo sherpa.
 
"Ho visto quegli enormi blocchi di ghiaccio cadere 50 metri sopra di noi – ha raccontato Zangrilli all’agenzia Afp -. Ho gridato, ma eravamo sulle fisse e non siamo riusciti a spostarci. Corinne è stata colpita in pieno, quando l’abbiamo soccorsa aveve perso conoscenza".
 
"L’ho caricata sulle spalle – prosegue l’alpinista – e durante il tragitto verso il base si è svegliata. Soffriva molto, gridava, diceva: sto per morire, lasciatemi qui, voglio dormire. E’ stata molto dura. Per fortuna, più sotto, abbiamo incontrato altri compagni e degli sherpa che mi hanno aiutato a riportarla al base".
 
La Favre, al momento, si trova all’ospedale di Kathmandu dove è stata ricoverata d’urgenza dopo l’incidente. Secondo le ultime notizie, sarebbe uscita dalla terapia intensiva e le sue condizioni starebbero migliorando velocemente.

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