AlpinismoAlta quota

Kangche: Eriksson torna al base

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KATHMANDU, Nepal — Bufera e nevicate in Himalaya costringono alla rinuncia forzata anche gli scandinavi Fredrik Eriksson e Jorgen Aamodt, che puntano a compiere la prima discesa della storia con gli sci dal Kangchenjunga, la terza vetta più alta della Terra. Il loro tentativo di vetta è abortito a campo 2 per colpa del maltempo, che ha scaricato sui pendii della montagna 50 centimetri di neve fresca nel giro di poche ore. Così, i due alpinisti sciatori hanno dovuto rientrare al campo base.

Stagione maledetta per le grandi sfide sui giganti Himalayani. Dopo la lunga serie di rinunce, come quelle di Jean Troillet e Dodo Kopold sull’Annapurna, e di incidenti per valanga, che hanno colpito i francesi sull’Everest e le pareti dell’Ama Dablam, sembra essere a rischio anche la spedizione scandinava di sci estremo sul Kangchenjunga.

Eriksson e Aamodt, i due protagonisti della sfida, erano partiti sabato dal campo base ed erano saliti fino al campo 2 approfittando di una finestra di bel tempo che speravano durasse abbastanza da consentir loro di raggiungere la cima. Purtroppo, le nubi si sono addensate sulla montagna prima del previsto e i due alpinisti sono rimasti bloccati nella loro tenda per ben due giorni, in balia della bufera di neve.

"Con 50 centimetri di neve fresca caduti in poche ore – ha spiegato Eriksson – era davvero troppo pericoloso provare a proseguire verso l’alto. Così siamo tornati al campo base".

I due, che salivano senza ossigeno e nei primi due giorni avevano incontrato condizioni ottime per la salita, avevano calcolato di tentare la vetta proprio questa mattina. Ma il persistere delle nevicate e il pericolo valanghe oltre campo 2 li ha convinti che fosse meglio rientrare al campo base.

Non ci sono notizie, per ora, su se e e come procederà la spedizione. Il maltempo e la stagione ormai inoltrata hanno già indotto al rientro molte spedizioni, e certamente il rischio di dover rientrare incombe anche sui due svedesi, che finora hanno raggiunto soltanto i 7000 metri di quota.

Ma l’ultima parola non è ancora detta. I due dichiarano di aver bisogno di una finestra di bel tempo di soli 4 giorni, durante i quali installeranno campo 3 a 7800 metri, saliranno in vetta e in giornata scenderanno fino al base percorrendo con gli sci i 3100 metri di parete in cinque ore.
 
Se ci riuscissero, sarebbe una prima assoluta. Nessuno, infatti, è mai sceso con gli sci dal Kangchenjunga, la terza montagna più alta della Terra. Ma i due alpinisti-sciatori puntano molto più in alto: l’estate prossima tenteranno di scendere con gli sci anche il K2, 8.611 metri, e l’anno successivo l’Everest, con i suoi insuperabili 8.848 metri. Ericsson, nella sua carriera, è già sceso con gli sci da da altre 3 montagne di oltre ottomila metri: lo Shisha Pangma, il Gasherbrum II e il Dhaulagiri.
 

Sara Sottocornola

Foto courtesy Mikael Pilstrand from www.fredrikericsson.com

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