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Bimbi in montagna per guarire dal cancro

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CHAMONIX, Francia — Portare in montagna i bimbi che sono stati malati di tumore o di leucemia, per far loro ritrovare la gioia di vivere. E’ questo lo scopo dell’associazione "A ciascuno il suo Everest", fondata a Chamonix dal medico e alpinista Christine Janin, la prima donna francese a toccare la vetta della montagna più alta del mondo e a salire un ottomila senza ossigeno.

Gli "stage" per i bambini durano di solito una settimana e sono organizzati a Chamonix, suppe pendici del Monte Bianco. Lassù c’è il campo base, un centro specializzato "a misura di bambino" dove i piccoli si trovano con gli educatori e le guide alpine, parlano di quello che è accaduto loro ma soprattutto imparano a conoscere la montagna, i sentieri, la neve e il ghiacciaio. Così ritrovano sè stessi, nel corpo e nella mente, e iniziano a guardare oltre.

Nel giro di 7 giorni imparano ad arrampicare, a scalare, a camminare in cordata e ad abituarsi alla quota in totale sicurezza. Individuano la propria vetta, che raggiungeranno entro la settimana, sempre assistiti da personale tecnico specializzato e dai medici. Agli stage partecipano regolarmente anche alpinisti celebri e meno celebri che raccontano le loro esperienze sulle montagne più alte del mondo.

La fondazione, che festeggia quest’anno il suo quattordicesimo compleanno, finora ha aiutato ben 2.500 bambini e adolescenti a superare il trauma della malattia e delle cure per il cancro. "Sconfiggere la malattia è come scalare la montagna – spiega la Janin -. Vivendo la scalata, i bambini imparano a guarire meglio".
 

Sara Sottocornola

Foto courtesy www.achacunsoneverest.com

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