Alpinismo

Confortola al base: felice di essere vivo

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ISLAMABAD, Pakistan — "Sono al campo base. Sono contento veramente, di essere finalmente qui e di essere vivo". Si è conclusa pochi minuti fa l’odissea di Marco Confortola al K2, che è sceso a 5000 metri di quota con le sue gambe visto che, a causa del maltempo, gli elicotteri non hanno potuto effettuare il recupero in volo. Dopo 5 giorni di paura e sofferenza, le drammatiche vicessitudini che sono costate la vita a 11 persone sembrano finalmente volgere al termine. A chiudere la storia è proprio l’alpinista valtellinese, ultimo superstite dell’incubo sulla montagna, che ha finalmente messo piede al campo base. Anche se ora dovrà fare i conti con i congelamenti.

"Ciao Agostino, sono appena arrivato al campo base. Sono qui con Marco e Roby. Ora davvero mi rendo conto che qui son morti tutti. Sono morti tutti…mamma mia…ci siamo salvati solo in tre". E’ felice di essere in salvo al campo base Marco Confortola, ma l’orrore di questi giorni è vivo nella sua mente.
 
Ora che però l’incubo è finito rimane la gioia di riabbracciare gli amici. Al campo base del K2 gli è infatti andato incontro il compagno di spedizione Roberto Manni.
 
"Adesso voglio solo togliermi le scarpe che i piedi mi fanno un male della miseria! E’ solo che non so bene qual è il modo migliore di levarle: per scendere dal campo 1 ho dovuto rimpacchettare i piedi e non so come ho fatto, ma adesso basta le tolgo".
 
Questa mattina, l’alpinista valtellinese si trovava al campo 1 con i portatori d’alta quota e l’alpinista americano George Dijmarescu. All’alba sono partiti per scendere al campo base avanzato, dove avrebbe dovuto arrivare l’elicottero che lui stesso aveva richiesto ieri. Una fortissima pioggia battente però, ha impedito nella mattinata ai piloti di volare, così gli alpinisti hanno dovuto proseguire a piedi.
 
Confortola si è incamminato sulle sue gambe, con forti dolori ai piedi ma infinita determinazione, per raggiungere il base. E’ stato accompagnato e assistito da Mario Panzeri che gli è andato incontro questa mattina, e dal medico americano Eric Meyer. La discesa si è svolta lentamente a causa dei problemi ai piedi riportati da Confortola, che hanno costretto i soccorritori che lo aiutavano nella discesa a trasportarlo anche in barella. Per arrivare al campo base del K2, ci sono volute quattro ore di cammino. Il gruppo è arrivato intorno alle 16 ora pakistana.
 
"Ora qui nevica di brutto – racconta Manni – speriamo che il meteo migliori in fretta". Non appena il tempo lo consentirà l’elicottero pakistano arriverà a prendere l’alpinista valtellinese e lo trasporterà all’ospedale di Skardu, dove i medici valuteranno le sue condizioni fisiche.
  
"Comunque avanti tutta Agostino – ha detto Confortola – come ci hai sempre insegnato tu. Non molliamo, guardiamo avanti".
 
 
 
Valentina d’Angella
  
 

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