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Da Polenza: decapitato il vertice dell’ambientalismo nepalese

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BERGAMO — La tragedia delle 24 persone morte in un incidente d’elicottero sulle montagne nepalesi turba tutto il mondo dell’alpinismo e soprattutto quello della ricerca scientifica, dal momento che molte delle vittime erano impegnate nella protezione e nella salvaguardia dell’ambiente montano. Sono molti gli italiani che lavoravano con quelle povere vittime. Fra cui gli uomini del Comitato Ev-K²-Cnr di Agostino Da Polenza.  

Da Polenza, lei ha sempre creduto nella collaborazione con il Nepal per sviluppare progetti scientifici e non solo. Con questa tragedia cosa cambia?
In questo incidente è stato decapitato il vertice dell’ambientalismo nepalese. Chandra Gurung era un uonmo di grande intelligenza e sensibilità. Ma soprattutto un uomo scientificamente preparato e credibile sul piano politico internazionale. Era la punta avanzata delle relazioni internazionali dell’ambientalismo nepalese. Un ambientalismo saggio, fatto di pragmatismo ma anche di attenzione verso una conservazione e una valorizzazione dell’ambiente che comprendesse anche le popolazioni.
Ventiquattro morti "importanti"… 
Assieme a lui sono morti tanti tecnici bravissimi, politici, esperti del dipartimento dei parchi. Tutte persone con le quali abbiamo lavorato o stavamo lavorando per i progretti del Leopardo delle nevi oppure per lo smaltimento dei rifiuti nella valle del Kumbu. E poi gli americani e i canadesi: gente che era lì per celebrare il trasferimento della gestione di un’area di protezione ambientale alle comunità locali.
Anche la loro ultima missione aveva questo senso…
Avevano preso quell’elicottero per andare lì a riconfermare l’aiuto delle autorità centrali e internazionali alla protezione dell’ambiente.
Come si spiegano i tanti incidenti d’elicottero da quelle parti? 
Questo è i Nepal. Gli incidenti, è evidente, capitano in tutto il mondo. Ma questo tipo di incidenti capitano soprattutto in quei paesi dove qualche rischio a prendere gli elicotteri francamente c’è. Sono paesi poveri, dove qualche problema di sicurezza o manutenzione c’è. Noi tutti, gli scienziati, i ricercatori, io stesso, spesso utilizziamo questi elicotteri russi che sovente
decollano più per capacità del pilota. Sono vecchie macchine, con poca manutenzione. E’ un rischio certamente.
E perchè siete disposti a correrlo?
Fa parte del gioco. C’è un’accettazione dei rischi per lavorare da quelle parti. Il che significa che dietro la morte di queste persone e delle tante altre che lavorano lassù c’è tanto amore e tanta passione per la montagna e per quel grande paese che è il Nepal.
 

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