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Schommer (Ev-K²-CNR): erano nostri colleghi
BERGAMO — Li conosceva bene. Molto bene, perchè con loro lavorava quasi quotidianamente. Beth Schommer, direttore esecutivo del Comitato Ev-K²- CNR, ha vivo il ricordo dei colleghi nepalesi morti nella disastro dell’elicottero. Sì perchè c’è un pezzo d’Italia incastonato fra le montagne del Nepal. Ed è un pezzo importante. Frutto di una storia pluriennale che si è sviluppata ed è andata consolidandosi attorno alla celeberrima Piramide dell’Everest. Ricerca
scientifica in alta quota, ambiente, scienze della Terra, medicina, antropologia e conservazione ambientale. Sono questi i settori in cui gli italiani del Comitato Ev-K²-Cnr hanno stretto collaborazioni con il paese asiatico.
Dottoressa Schommer, molte delle vittime erano vostri collaboratori. Che persone erano?
Su quell’elicottero c’erano figure importanti del WWF Nepal che da un anno collaboravano con noi a un progetto di ricerca sul "Leopardo delle nevi". Il direttore del WWF Nepal Chandra Gurung (nella foto) era uno dei più grandi esperti di ambiente al mondo. Oltre a loro c’erano esponenti del governo nepalese con cui collaboriamo da anni. L’ex direttore generale del dipartimento parchi nazionali Tirtha Man Maskey e l’attuale direttore Narayan Poundel entrambe persone di grande sensibilità, sempre molto collaborativi con il nostro progetto. E poi c’erano esperti nepalesi, insostituibili per la loro esperienza in campo sociologico e antropologico come Harka Gurung. E il dottor Nima Sherpa, un conservazionista del Wwf statunitense.
Che ripercussioni avrà questo incidente sui vostri programmi?
Sicuramente, dopo questa tragedia il Nepal dovrà dare un nuovo assetto gestionale ai settori dei parchi e a quello della conservazione dell’ambiente. Non dimentichiamo che fra le vittime ci sono il ministro delle Foreste e diversi rapprensentanti di questi enti. Quindi sono venute a mancare tutte le persone più importanti di questi settori. Naturalmente ci vorrà un po’ di tempo per un riassetto organizzativo.
Su quell’elicottero c’erano figure importanti del WWF Nepal che da un anno collaboravano con noi a un progetto di ricerca sul "Leopardo delle nevi". Il direttore del WWF Nepal Chandra Gurung (nella foto) era uno dei più grandi esperti di ambiente al mondo. Oltre a loro c’erano esponenti del governo nepalese con cui collaboriamo da anni. L’ex direttore generale del dipartimento parchi nazionali Tirtha Man Maskey e l’attuale direttore Narayan Poundel entrambe persone di grande sensibilità, sempre molto collaborativi con il nostro progetto. E poi c’erano esperti nepalesi, insostituibili per la loro esperienza in campo sociologico e antropologico come Harka Gurung. E il dottor Nima Sherpa, un conservazionista del Wwf statunitense.
Che ripercussioni avrà questo incidente sui vostri programmi?
Sicuramente, dopo questa tragedia il Nepal dovrà dare un nuovo assetto gestionale ai settori dei parchi e a quello della conservazione dell’ambiente. Non dimentichiamo che fra le vittime ci sono il ministro delle Foreste e diversi rapprensentanti di questi enti. Quindi sono venute a mancare tutte le persone più importanti di questi settori. Naturalmente ci vorrà un po’ di tempo per un riassetto organizzativo.
Alla luce di quanto è accaduto, ci sarà una rimodulazione dei rapporti scientifici fra Italia e Nepal?
Penso di no. E’ sicuramente un grave danno perdere tanti esperti in un solo colpo. Ma credo che il Nepal possa rispondere con efficacia alla tragedia. Da parte nostra noi continueremo a portare avanti le nostre attività. Anche se, certamente, sarà un modo meno ricco, umanamente e professionalmente, di lavorare per i primi tempi.