Muore speleologo italiano in Canton Ticino, salva invece la speleologa bloccata nel bresciano
[:it]BERGAMO – È morto ieri in una grotta subacquea nel Canton Ticino, Svizzera, Giancarlo Borgio, uno speleologo italiano di 39 anni.
L’uomo si trovava a 70 metri di profondità alla sorgente “Bossi” ad Arogno, nella zona di Lugano. L’allarme era stato dato ieri pomeriggio dai due compagni di immersione, che non lo hanno visto riemergere dal pozzo. Le ricerche, partite immediatamente con l’impiego di una quarantina di persone, sono terminate intorno alle 20,45, quando è stato ritrovato dal soccorso speleologico del Canton Ticino il corpo, ormai senza vita, dell’uomo.
Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta da parte dell’autorità elvetica che dovrà chiarire la causa e le dinamiche dell’incidente.
Si è conclusa invece positivamente la disavventura della speleologa bresciana Elena Co’, 37 anni, che il pomeriggio di sabato 9 gennaio era rimasta bloccata, a causa di un infortunio, a 150 metri di profondità nella grotta “LO223”, o «Omber en banda al bus tra le taere de la vai surde a matina», come viene chiamata l’insenatura presso Serle, sulle Prealpi bresciane.
La speleologa si trovava sul posto per un’escursione con altri due amici quando è stata colpita da una scarica di sassi, che le hanno intrappolato una gamba.
Solo alle 7.30 di ieri mattina, dopo 13 ore, la donna ha rivisto la luce del sole ed è stata portata in ospedale alla Nuova Poliambulanza per accertamenti.
Per il recupero hanno lavorato 38 persone, tra Soccorso alpino e speleologi.[:]