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Simone Moro: no comunicazione!

[:it]PAKISTAN – Simone Moro lo ha annunciato. Per quel che lo riguarda calerà un grande silenzio attorno al Nanga Parbat.

Se qualcuno, ne sono sicuro gioisce , noi ne siamo un po’ rattristati.

Non dovremmo, i contatti con il campo base, come dice lo stesso Simone, non sarà difficile mantenerli, non solo perché lì c’è Nardi e il suo telefono e non solo il suo, ma perché tutti sono ormai avvinghiati ai social network.

Egualmente sconcerta questa scelta del silenzio che non credo giovi all’alpinismo e alla montagna. Ma capisco che possa giovare alla serenità e pure alla letizia di chi vuol salire in santa pace una montagna con una compagna “il cui motore è migliore di quello di molti uomini”, e ne siamo convinti e, con un pizzico di malizia, aggiungiamo anche la carrozzeria.

Ma il rovescio della medaglia è meno avvincente: è come se facessero giocare la finale di coppa del mondo in uno stadio senza pubblico e telecamere. Immagino la sollevazione dei montanari puri e duri a questa affermazione che mette insieme il sacro alpinismo con il profano calcio.

La comunicazione è la comunicazione, ce lo ha insegnato e detto, anche con toni stizziti e un poco incazzati, proprio lui, Simone Moro, in occasione del Reality Monte Bianco, a meno che questa del silenzio non sia una vera genialata in tema di marketing e comunicazione. La forza della non comunicazione!

Quello che ci si chiede è se abbia senso questa scelta. Sorge spontaneo che se hai sostenuto con grande convinzione e forza, per settimane, che un Reality, o meglio un “Adventure Game” come lo ha definito finalmente Filippo Facci, è un gioco sportivo, ma anche uno strumento di comunicazione per trasmettere i valori, la bellezza, le emozioni della montagna e che serve per far appassionare, conoscere, insegnare ecc…e ora ci dici che no la bellezza vera della montagna è il ritorno all’antico, quando non si comunicava: potrebbe venire il dubbio di una qualche incoerenza. E’ comprensibile anche la pausa dallo stressante rapporto con il pubblico, soprattutto quello che critica spesso e a sproposito, che Simone Moro si sta prendendo allo Spantik e poi al Nanga Parbat.

Qualcosa Simone ce lo ha detto comunque quando ci ha comunicato che non avrebbe più comunicato.

“Sarà una spedizione in stile antico”.

Cosa possa significare e intendere “Spedizione stile antico, senza comunicazione , senza elicotteri”, alcuni lo sanno e lo possiamo immaginare più o meno tutti.

Eliminato il satellitare e internet! Pazienza.

La questione elicotteri è altrettanto chiara: non si va o si torna dal campo base con l’uso dell’elicottero, salvo casi di estrema necessità. Ragionevole.

Mi par di ricordare che Moro prendendo il brevetto da pilota ed effettuando molti voli in Nepal, ha spesso con energia e ragione sostenuto la fondamentale importanza dell’uso dell’elicottero, per scopi turistici, di supporto logistico e soccorso. Il suo amore per quest’oggetto che misteriosamente vola è dimostrato dalle decine di foto e molti racconti che gli dedica.

Cercheremo comunque di seguire Moro e Lunger al Nanga, acoltando l’eco del Karakorum.

 

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