La cattedrale vegetale di Oltre il Colle: un ponte umanitario da Bergamo al mondo
[:it]BERGAMO -– Da Oltre il Colle al Nepal, la natura si unisce all’arte e alla solidarietà, trasportata dall’energia cosmopolita di Expo 2015. Nella splendida Domus Bergamo Wine di piazza Dante, il Parco delle Orobie bergamasche è stata presentata, nella cornice del progetto La Cattedrale Vegetale di Oltre il Colle, l’iniziativa umanitaria a favore del Nepal, Paese duramente colpito dal devastante sisma dello scorso aprile.
Il sito artistico di Oltre il Colle, infatti, nato tra le braccia di Bergamo Experience 2015, sarà valorizzato attraverso eventi e iniziative a sfondo benefico rivolte al territorio bisognoso di aiuto. Dopotutto, la Cattedrale Vegetale http://cattedralevegetale.info, monumento evocativo costruito interamente da materiale vegetale autoctono e pensato dalla genialità artistica di Giuliano Mauri per esaltare la ricchezza e l’unicità delle specie vegetali alpine che crescono sui crinali delle Orobie Bergamasche, è da sempre metafora di incontro tra culture e popoli, per riflessioni legate al rapporto tra natura e uomini.
La Cattedrale riscopre così la sua identità più profonda che fin dalle origini del progetto guidato dal Parco delle Orobie Bergamasche e sostenuto dai Comuni del territorio, in primis dall’amministrazione comunale di Oltre il Colle, la accomuna a quella del territorio nepalese. In particolare, a rendere le due realtà tanto vicine, è la stretta connessione tra la spiccata spiritualità della Cattedrale e la fortissima congiunzione tra terra e cielo, corpo e anima che da sempre caratterizza le cime del Nepal. Un vero e proprio gemellaggio culturale, artistico e ambientale che vede protagonisti due territori di grande fascino e che culminerà, a settembre, nella presentazione della Cattedrale Vegetale al padiglione Nepal di EXPO 2015 con una mostra fotografica dedicata alla straordinaria struttura, corredata dalla proiezione di un video promozionale realizzato specificatamente per l’appuntamento milanese.
Ma è a seguito del devastante terremoto, che la vicinanza tra i territori si è fatta ancora più diretta e sentita: il Parco delle Orobie Bergamasche e gli attori coinvolti nel progetto, infatti, hanno deciso di avviare azioni mirate per raccogliere aiuti umanitari e favorire la ricostruzione di una della aree più belle e fragili del mondo. I dati aggiornati al 3 giugno 2015, infatti, rilasciati dalle autorità nepalesi attestano oltre 8.700 vittime, più di 20.000 feriti, 8 milioni di persone colpite in 39 distretti su 75 e almeno 2.8 milioni di persone che richiedono assistenza umanitaria (di cui 864.000 nelle aree più difficili da raggiungere). Secondo i dati OCHA, inoltre, i minori che necessitano di strutture scolastiche di emergenza in conseguenza al crollo o al grave danneggiamento di oltre 36.000 classi sono circa un milione, mentre le case danneggiate arrivano a quota 785.000 di cui oltre 500.000 crollate completamente.
Complessivamente la risposta umanitaria è stata ampia e moltissime organizzazioni di tutto il mondo sono giunte nel paese immediatamente dopo il terremoto. Tra queste, anche Caritas Nepal con alcune Caritas della rete Caritas internazionale. Da subito Caritas Nepal si è attivata con la distribuzione di razioni di cibo, tende, teloni di protezione, acqua, mentre subito dopo è arrivato il materiale dall’estero e la valutazioni più puntuale dei bisogni nei distretti più colpiti. Sino al 11 giugno 2015 l’aiuto della rete Caritas ha raggiunto complessivamente oltre 39.000 famiglie. La Caritas italiana, in particolar modo, ha stanziato complessivamente 562.150 euro per: fornire ripari temporanei, viveri non alimentari, kit igienico sanitari e acqua nei 14 distretti più colpiti come immediata risposta all’emergenza, aiutare gruppi particolarmente svantaggiati (Tamang, Dalit e la minoranza Tamang), favorire la riattivazione socio- economica nelle aree più povere di Baluwa, supportare la scolarizzazione nella zona ovest del paese a Pokhara, avviare un progetto pilota per la sicurezza alimentare e la resilienza dei nomadi tibetani, appoggiare i religiosi salesiani per l’assistenza umanitaria a Lalitpur e fornire supporto psicologico su base comunitaria.
Tutte iniziative alle quali Cattedrale vegetale contribuisce, promuovendo la raccolta fondi di aiuti attraverso numerose iniziative di sensibilizzazione della cittadinanza: dallo spettacolo teatrale “Come Angeli dal Cielo” a opera della compagnia Silence del teatro di Lovere che sarà ospitato il prossimo 9 agosto, alle 11:30, sotto ai suggestivi intrecci della Cattedrale Vegetale, per evidenziarne ancor di più la natura mistica, ai momenti di incontro e discussione organizzati presso lo spazio dedicato nel padiglione Nepal, fino ai contest fotografici in collaborazione con Montagna.tv ed altre iniziative di pubblico interesse.
Non solo, Cattedrale Vegetale sostiene anche ufficialmente il progetto “The Thame Rebound / Ricostruiamo Thame” , campagna umanitaria lanciata dall’associazione EvK2CNR e dal Cesvi (https://www.montagna.tv/thame) per ricostruire uno dei tanti villaggi Nepalesi messi in ginocchio dalle ripetute scosse di terremoto: Thame, un villaggio della valle del Khumbu, poco distante da Namche Bazar, capitale del popolo sherpa, in cui abitano circa 500 persone che, con gli ultimi tragici eventi, hanno visto le proprie abitazioni essere per il 90% rase al suolo.
«Intendiamo da sempre la natura come simbolo di comunione e solidarietà e la Cattedrale Vegetale è l’esempio di come un’opera umana possa essere capace di integrarsi nel ciclo della natura. A partire da questa consapevolezza, guardiamo al mondo e, dunque, al Nepal, territorio che tanto è legato nella sua essenza più profonda alle nostre Orobie e che si trova oggi a dover affrontare la sfida della ricostruzione. Per questo abbiamo scelto di sostenerlo, concretamente, con l’ambizione di poter contribuire alla sua rinascita per far sì che una delle aree montane tra le più belle e fragili del mondo possa tornare a vivere, anche grazie a noi, anche grazie a Cattedrale Vegetale e a Expo2015» – commenta Yvan Caccia, presidente del Parco delle Orobie Bergamasche.[:]