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Expo, al padiglione Nepal partita una raccolta fondi pro terremoto

[:it]MILANO — Al padiglione Nepal dell’Expo è partita e continuerà una raccolta fondi a favore di chi è stato colpito del terremoto: ecco la donation box che in nepalese si dice Dhanyabad e significa “Grazie”. Il Commissario unico Giuseppe Sala ha anche annunciato che si sta organizzando un grande concerto pro-Nepal, con la partecipazione gratuita di grandi artisti, la cui data sarà annunciata nei prossimi giorni.

“Il Nepal è un paese meraviglioso, un paese delle montagne per eccellenza, il paese dell’Everest, del tetto del mondo, della cultura, dell’anima delle persone che vanno li a cercare se stesse. Questo è il nostro sogno, quello dei turisti che vanno a Kathmandu per sentire quest’aria magari inquinata ma che ci rilassa subito per la spiritualità che pervade ogni luogo di questa bellissima città e di queste valli. Purtroppo questa scossa terribile di terremoto a ridosso dell’Himalaya ha distrutto molto di questo. In questa zona le scosse ci sono per la pressione della placca indiana sull’Himalaya e Kathmandu è crollata. E rischia di rimanere il sogno per tanti turisti”.

“Abbiamo costruito questo padiglione di 2750 metri nonostante il Nepal sia un piccolo paese, per far conoscere la nostra cultura vecchia di 2000 anni e il nostro cibo – ha detto Amrit Shakya del Nepal Pavilion nel servizio di Rai Expo che riportiamo in calce -. Il padiglione si chiama cibo e sostenibilità. Il percorso all’intero del padiglione è un trekking verso l’alto che culmina nella pagoda che rappresenta anche l’Everest che è la montagna più alta del mondo. Il cammino è una preghiera al dio della pioggia che cadendo porta cibo in abbondanza. Adesso però siamo in lutto per la tragedia che ci ha colpito e non vogliamo fare business. C’è una donation box, in nepalese si dice Dhanyabad e significa “Grazie”. E io ringrazio quanti faranno una donazione durante questi 6 mesi di Expo”.

“Sto lavorando al padiglione da tre mesi – dice Mool Narendra, progettista del Nepal Pavillion – con 16 nepalesi e il contractor italiano. Dopo il terremoto la maggior parte dei nepalesi è rientrata per la situazione. Siamo rimasti in 4 e lavoriamo giorno e notte, con il contractor italiano e l’aiuto di Expo. Contrariamente a quanto detto dai giornali non ci sono stati volontari ma contiamo di finire i lavori nei prossimi giorni”.

“Le donazioni sono importanti in questo momento – ha aggiunto Giuseppe Sala Commissario unico expo 2015 – ci piacerebbe organizzare un grande concerto per il Nepal prima delle vacanze e credo sia una buona idea per la gente e credo che tanti artisti potrebbero venire gratuitamente. Speriamo di poter annunciare presto quando e dove lo faremo”.

Agostino Da Polenza, Presidente EvK2Cnr che sta attivando la propria organizzazione per una campagna di ricostruzione del villaggio di Thame, coordinata dal Cesvi, e che è presente al Nepal Pavilion con una riproduzione del laboratorio Piramide dell’Everest, simbolo di amicizia tra Italia e Nepal, spiega: “L’aiuto l Nepal consiste in questo momento in beni di prima necessità. L’acqua potabile, il cibo, coperte e tende. Poi avrà bisogno di tutto per la ricostruzione socio-economico del paese, probabilmente attraverso il turismo che è il loro principale income, sia in Kathamandu che nelle valli. Va ricostruito il sistema turistico locale e poi c’è bisogno di una ricostruzione della loro cultura, di queste pagode che sono andate distrutte e di altre strutture che sono collassate. Così si potrà ridare a loro i segni visibili della loro cultura che sicuramente non va perduta in un terremoto”.

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