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Alpinismo. Dove fanno a finire gli scheletri?

PADOVA — Alpinismo e arrampicata: la verità esiste o è solo una illusione? Siamo dentro un mondo piccolo piccolo, fatto di grandi invidie, di ambizioni, di ricerca di fama e successo. Nello stesso tempo tutti cercano di parlare di etica, di correttezza reciproca, di valori dell’alpinismo…

Storicamente abbiamo assistito a tutto e di più: verità chiarissime che hanno dovuto aspettare oltre 50 anni per essere riconosciute, alpinisti di livello indiscutibile messi alla gogna dai “Guru” di turno che hanno negato le loro salite (solo perché potevano offuscare la loro fama), arrampicatori che diffamano altri (mentre nello stesso tempo sottolineano di essere loro stessi dei veri “top climber”!!) sostenendo che sono stati martellati degli appigli per aumentare la difficoltà delle vie dopo averle liberate, altri che sostengono di aver salito cime mai salite, e poi?

Quante di queste brutte storie dovranno ancora riempire le pagine della storia di un alpinismo che è ancora ritenuto, dai più, un piccolo paradiso!
Anche in questi giorni nel lancio della rassegna di film festival di Banff la montagna è elogiata per i valori che trasmette, come esempio di uno sport vero, a stretto contatto con la natura…

Etica e omertà non vanno assolutamente d’accordo, come non vanno d’accordo etica e dichiarazioni di accuse ingiustificate.
Se vogliamo ancora continuare a ritenere l’alpinismo quasi un’ideologia della purezza e della verità dobbiamo dire basta con questi comportamenti e praticare un alpinismo assolutamente trasparente e di certezze, non di dubbi e insinuazioni.

Nello stesso modo, se si ha la certezza che un compagno di salita non è arrivato in cima a una montagna, non si deve tacere. Altrimenti non esiste più nessuna etica possibile e si continua a fomentare un alpinismo falso che alimenta chiacchere da bar delle guide e non rende conto della verità.

Al K2 quest’anno, per esempio, tanti sono arrivati in cima come Michele Cucchi e i pakistani della “K2 60 years later”, ma altri non ci sono arrivati proprio, anche se hanno fatto finta… Mentre qualcuno fa delle affermazioni pesantissime fondate solo su opinioni e invidie, altri non hanno la correttezza di dire quello che hanno visto con i loro occhi.

Ci vuole coraggio per essere coerenti, ma se non si prende l’abitudine a farlo l’etica va a farsi benedire.

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