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Valanga a Valtournenche, indagate 3 persone per la morte della Guida alpina Simona Hosquet

Valanga
Valanga (foto d’archivio)

VALTOURNENCHE, Aosta — Tre persone sono indagate per la morte di Simona Hosquet, la Guida alpina del Cervino morta lo scorso 6 febbraio travolta da una valanga mentre sciava fuori pista nel vallone di Cheneil, in Valtournenche. Sono l’ingegnere di Fondazione montagna sicura Giuseppe Antonello, le guide alpine Stefano Pivot e Gianfranco Sappa, che stavano effettuando rilievi nivologici in quella zona.

La perizia è stata accordata nell’udienza di giovedì scorso al Tribunale di Aosta. Il giudice per le indagini preliminari Maurizio D’Abrusco ha affidato al nivologo Renato Cresta l’indagine che dovrà far luce sulle cause del distacco della valanga in cui è morta il 6 febbraio scorso la Hosquet, guida alpina e primo caporal maggiore scelto dell’Esercito che quel giorno faceva heliski con alcuni clienti in Valtournenche.

L’incidente probatorio dovrà chiarire eventuali responsabilità dell’ingegnere di Fondazione montagna sicura Giuseppe Antonello e delle guide alpine Stefano Pivot e Gianfranco Sappa, iscritti ora al registro degli indagati per omicidio colposo e disastro colposo. Secondo il quotidiano valdostano Gazzetta Matin, i tre al momento del distacco nevoso stavano effettuando dei rilievi nivometrici a valle per conto di Aineva, l’associazione interregionale neve e valanghe.

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7 Commenti

  1. Qui si sta andando fuori di testa!
    Farsi causa tra colleghi ( guide alpine)!!!! E’ una cosa gravissima.
    In montagna ci sono dei rischi. Punto.
    Non ci si può accusare in questo modo.Sarà un modo per cercare di prendere dei soldi. Triste, davvero.

  2. Scusate ma scherziamo? Questi commenti sono fuori dal mondo. Con la stessa logica chirurghi e anestesisti per esempio non dovrebbero mai vedere un’aula di tribunale. E invece se c’è colpa da imprudenza, imperizia e negligenza le eventuali responsabilità devono essere accertate e non c’è categoria o professione che ne sia esente. E in casi come questo, caro Furlani, essere professionisti del settore è un’aggravante non un lasciapassare

  3. Mi spiace, ma sono abbastanza convinto di aver ragione. E’ molto frequente, di questi tempi, con la montagna affollata, dover decidere di cambiare itinerario sul momento per salvaguardare la propria incolumità dai pericoli che gli altri alpinisti possono causare
    (su cascate di ghiaccio, vie di arrampicata dove c’è la coda…, gite scialpinistiche dove chi ci precede potrebbe staccare una valanga).
    Sta a ognuno di noi saper valutare quando è il momento di “girare i tacchi”, senza dare la colpa a nessuno.
    E poi nel caso specifico erano entrambe le figure, anche la parte lesa, una guida alpina.

  4. Buongiorno. Da qualche tempo la magistratura interviene regolarmente in questo tipo d’incidenti, in particolare quelli da valanga, per l’accertamento di eventuali responsabilità. Un tempo si parlava di fatalità, oggi si vuol capire quello che è successo, come e perché è successo. Chi indaga non cerca un colpevole a tutti i costi, sa benissimo che si tratta di attività pericolose ma l’elevato livello di rischio non autorizza nessuno a danneggiare gli altri. Il paragone con i chirurghi e gli anestesisti non è casuale: fino agli anni 70 quello che capitava in sala operatoria era un tabù, da allora quando si verifica un evento avverso si vuol capire cosa è successo, si vuol saper se i professionisti si sono comportati secondo scienza e coscienza. Per le Guide Alpine il discorso è esattamente lo stesso e molto semplice, come tutte le professioni anche questa prevede la responsabilità penale della professione. D’altra parte, secondo lei, le vittime vanno tutelate o si considerano come i morti in guerra?

  5. Spiace sempre sentire di morti in montagna ma per come la penso io chi fa fuori pista e in particolare utilizza l’elicottero per salire in quota lo fa a proprio rischio e pericolo, oltre al pericolo in cui pone chi eventualmete arriva da valle con ciaspole o scialpinismo.
    Ben vengano gli accertamenti di eventuali responsabilità di terzi, ma allora oltre alle persone che fanno rilievi nivologici io andrei a verificare anche l’interazione dell’elicottero con il manto nevoso….

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