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Vietati scialpinismo, ciaspole e arrampicata. Ordinanza choc in un comprensorio ligure

MONESI, Imperia –Lo stupore è generale per l’ordinanza comunale emessa dal Comune di Triora, in provincia di Imperia, che vieta per tutta la stagione invernale ogni attività collaterale allo sci in pista nel comprensorio di Monesi, l’unico attivo nella provincia. E non solo: vietato anche raccogliere frutti di bosco e camminare fuori dai sentieri tracciati. In loco, e sul web, è già scoppiata la rivolta.

L’ordinanza, riportata dal sito locale imperiapost.it, esplicita i seguenti divieti: attività fuoripista, sci escursionismo, sci alpinismo, escursioni con racchette da neve nei canaloni con neve fresca sui versanti esposti a nord, sci con risalita in elicottero. C’è anche divieto di svolgimento dell’attività di arrampicata su roccia.

Si tratta di attività comunemente praticate su quelle montagne fino allo scorso anno. Anzi, a quanto pare escursionisti e scialpinisti erani i maggiori frequentatori della zona.

Ma non è finita qui. E’ vietata perfino ogni “attività di escursionistica pedonale fuori dai sentieri tracciati e segnalati” con “divieto di divagazioni al di fuori dei tracciati”. Lo stesso vale per la mountain bike. L’ordinanza impone poi una serie di divieti di raccolta dei frutti silvestri se non per il consumo sul posto e di piante, fiori e fronde se non per scopi di studio e di ricerca purché autorizzati.

Ma perchè tanti divieti su attività comunemente praticate in montagna, e diventate motore dello sviluppo turistico in tante zone d’Italia? Pare si tratti di un’imposizione della Regione Liguria con provvedimenti di Valutazione di Impatto Ambientale. C’entra perfino lo svernamento del gallo forcello, che verrebbe disturbato dagli sciatori fuoripista.

Lo ha spiegato il consigliere del Comune di Triora con delega a Monesi Cristian Alberti al sito Imperiapost.it, che lo ha intervistato. Alberti ha spiegato che stanno preparando la documentazione necessaria per muoversi contro un’ordinanza così totalitaria, anche in collaborazione con Cai e ricercatori, ma che purtroppo la risoluzione non sarà breve.

“Purtroppo sono prescrizioni vincolanti se si vogliono aprire gli impianti – ha dichiarato Alberti -. Non abbiamo potuto non farla, perché diversamente non si potrebbe aprire neanche la seggiovia e non si potrebbe portare avanti nessun progetto di alcun nuovo impianto. Considerato che effettivamente quasi la metà delle persone che vanno nel mini comprensorio sciistico fanno fuori pista o sci alpinismo o ciaspolano e che nella realtà è uno dei posti più sicuri dell’intero arco alpino è un bel problema più che altro perché rischia di diventare una ulteriore penalizzazione sotto l’aspetto economico per le attività esistenti in loco”.

Per approfondire:

www.imperiapost.it

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