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Tutti i retroscena dello spot di Messner

MILANO — Trucchi, effetti speciali, teatri di posa e controfigure. Sono questi gli ingredienti dello spot di un’azienda di acque che vede come protagonista la leggenda dell’alpinismo Reinhold Messner. Montagna.tv ha scovato la sua controfigura, che svela i "dietro le quinte" di una pubblicità che ha fatto epoca: sul set c’era anche Daniele Bernasconi…

Niente valanga, era neve spalata. Niente grotta, era di polistirolo. E persino niente Messner. A girare gran parte delle scene d’alpinismo è stata infatti una controfigura. Si tratta del valdostano Matteo Giglio. E’ lui l’impavido scalatore che si avventura sulle candide e vertiginose pareti dello spot.
 
Giglio è guida alpina e maestro di sci. Vanta un’intensa attività alpinistica su tutto l’arco alpino, con ripetizione dei più difficili itinerari di roccia, ghiaccio e misto soprattutto nelle Alpi Occidentali. Arrampica fino al 7b a vista, 8a lavorato. Ed è stato anche campione regionale di mountain bike e sci nordico.

Montagna tv l’ha raggiunto stamattina in Valle d’Aosta. E lui ci ha svelato i retroscena del noto spot della Levissima, girato tra maggio e giugno dell’anno scorso sulle pendici del Monte Bianco, precisamente sulla Punta Helbronner, 3.462 metri sul livello del mare.
 
"Inizialmente dovevamo girare sulla Nord della Tour Ronde e sulla Cresta Rochefort – racconta Giglio – ma nei giorni in cui era disponibile la troupe il tempo era brutto e abbiamo dovuto restare sulla Punta Helbronner. Poi nello spot sono state montate delle immagini anche delle altre due cime".
 
Lì, tra le meraviglie del Monte Bianco, c’erano fior di alpinisti. Oltre a Giglio anche Daniele Bernasconi, Nicolò Berzi e altre guide alpine che hanno garantito la sicurezza delle scene girate in alta quota. Ma, nei cinque giorni di riprese, di Messner nemmeno l’ombra. "Mi sono un po’ stupito che non sia venuto sulla scena – confessa Giglio -. Ho saputo che si è limitato ad andare a Milano, nel teatro dove la grotta della sorgente era stata ricostruita con polistirolo e altri materiali di scena".
 
Giglio dunque ha indossato le vesti del "Re degli ottomila" in tutte le scene d’azione in alta quota: l’arrampicata su ghiaccio, la camminata in cresta, la scivolata.
 
"Mi hanno scelto solo per questioni fisiche – spiega Giglio -. Come lui sono alto un metro e 75, e tra tutti ero quello con la corporatura più simile alla sua". Così, l’alpinista è stato vestito con gli abiti che poi avrebbe usato Messner nel teatro di posa. Poi, Giglio è stato dotato di una parrucca grigia di cui spuntava qualche ciuffo dalla berretta. E infine lanciato sotto le luci della ribalta.
 
"Abbiamo girato la scena di una valanga e di una caduta che in tv non vengono trasmesse – racconta il valdostano -. Gli altri cercavano, con grosse pale, di tirarmi addosso quanta più neve riuscivano mentre io tentavo di rimanere in posizione. E’ stato divertente. Più della scena della scivolata: ho dovuto rifarla dieci volte e alla fine le mie ginocchia non erano proprio felici!"
 
Purtroppo, nemmeno questa parte va in onda nello spot che vediamo ogni giorno in televisione, trasmesso solo nella sua versione breve. Ma Montagna.tv, grazie a Matteo Giglio, è riuscita a scovarlo e ve lo offre in anteprima. Basta cliccare sull’apposito link in fondo alla pagina.

Ma ecco altre curiosità. "Avevo un costumista sempre alle calcagna – prosegue Giglio -. Continuava a sistemarmi il bavero della giacca, le fibbie dello zaino, la berretta e il cappuccio che coprivano il volto". Non solo. Sul campo, a riprendere, c’era un operatore specializzato con due assistenti. Il regista e il resto della troupe se ne stavano invece al caldo, al bar di Punta Helbronner, dove arrivano gli impianti. Da lì controllavano le riprese in diretta, grazie ad un sistema di cavi che avevano predisposto. E poi dicevano "sì", "no", "da ripetere".
 
Insomma, un perfetto set trasportato in alta quota. Bocche cucite su costi della produzione e sul cachet dei protagonisti. Abbiamo provato per giorni a contattare l’ufficio stampa della Levissima per avere indicazioni. Inutilmente.
 
Certo il risultato del spot è davvero spettacolare. Questa pubblicità ha certamente il merito di aver contribuito, come il beneamato Messner – da anni testimonial del prodotto – a portare nelle case degli italiani un po’ di alpinismo. Ma a quanto pare, in questo caso, Messner e l’alpinismo si sono solo sfiorati da lontano.

 
 
Sara Sottocornola

Foto C. Rimedi courtesy of Matteo Giglio

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