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Guida Alpina francese uccisa in Algeria, era in viaggio per scalare nel Djurdjura

Hervé Gourdel (Photo www.guidescapade.com)
Hervé Gourdel (Photo www.guidescapade.com)

NIZZA, Francia — Era in Algeria per scalare e magari aprire una via nuova nel Djurdjura, gruppo montuoso la cui cima più alta raggiunge i 2308 metri. Hervé Gourdel, il cittadino francese rapito e decapitato dagli jihadisti del gruppo Jund al Khilafah (i soldati del Califfato) affiliato all’Isis, era una Guida alpina. Stando alla stampa francese, la parte algerina della catena montuosa dell’Atlante sarebbe tana di diversi gruppi di estremisti islamici.

Hervé Gourdel aveva 55 anni, era Guida alpina dal 1987 e faceva parte del gruppo delle Guide del Mercantour. Era originario di Nizza e aveva alle spalle una lunga esperienza extraeuropea, anche come formatore di Accompagnateur en moyenne montagne nella parte marocchina della catena di Atlante.

Era arrivato in Algeria sabato scorso, e aveva avuto l’ultimo contatto con la madre domenica, prima di iniziare il trekking di avvicinamento di 2 giorni al Djurdjura: secondo quanto riferito da L’Express, la Guida era insieme a un turista – forse il suo cliente -, aveva davanti un viaggio di una decina di giorni durante i quali voleva aprire una via nuova di roccia, non è chiaro esattamente in quale parte dal gruppo del Djurdjura.

“Il diploma di guida mi ha permesso di guadagnarmi da vivere lontano dagli uffici, arrampicando, sciando, scendendo dai torrenti, parlando di montagna…trasmettendo agli altri passione e conoscenza!” aveva scritto sul suo sito web.

Il rapimento di Gourdel risale a domenica scorsa, ieri poi l’esecuzione diffusa mediaticamente in tutto il mondo. Secondo il quotidiano Le Point, la porzione algerina della catena dell’Atlante ospiterebbe da tempo gruppi islamici in lotta con il governo di Algeri. Nelle grotte tra le montagna si sarebbero rifugiati anche in passato, già nel decennio del terrorismo tra il 1992 e il 2002.

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2 Commenti

  1. sono stato in Algeria 4 volte negli anni passati quando il terrorismo algerino si era in parte assopito; ma sono stato sempre nella zona desertica del sud, tra Djanet e Tamarraset; già in tempi diciamo non sospetti,
    la Cabilia, dove è stato rapito il francese, era una zona da evitare ASSOLUTAMENTE; non capisco perchè questa guida si sia avventurata in una zona che attualmente è ancora più da evitare

  2. Concordo.
    Pur di fronte ad una tragedia immane e condannando fermamente quanto successo così barbaro ed inumano, senza per questo volerla dare vinta ai terroristi, va detto che non bisogna andare in quei posti soprattutto in un periodo come questo.
    Chi lo fa o è ingenuo o è incosciente e poco responsabile anche se le guide locali o le agenzie del posto garantiscono che la zona è sicura.

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