Curiosità

Incredibile sul Monte Bianco: prendono a piccozzate la capanna vicino al Tete Rousse

Tsering Sherpa presso la capanna Info Mont Blanc (Photo courtesy www.tdg.ch)
Tsering Sherpa presso la capanna Info Mont Blanc (Photo courtesy www.tdg.ch)

SAINT GERVAIS, Aosta — Padre e figlio, polacchi. Arrivano nei pressi del rifugio Tete Rousse, sulla via normale al Monte Bianco dal versante francese. Decidono di fermarsi alla capanna “Info Mont-Blanc” dove nella stagione estiva soggiorna uno Sherpa che fornisce informazioni agli escursionisti in salita. La trovano chiusa, e prendono a piccozzate una finestra per riuscire ad entrarci.

Se l’abbiano scambiata per un bivacco aperto al pubblico o sia stato un volontario atto di vandalismo verso la struttura non è dato ancora a sapersi. Ma la vicenda ha dell’incredibile. Il sindaco di Saint-Gervais Jean-Marc Peillex, furente, ne ha riferito oggi i dettagli alla stampa, dopo aver denunciato i due alpinisti alle autorità.

“Hanno rotto a colpi di piccozza la finestra – ha detto il sindaco di Saint-Gervais – il danno è di 2.300 euro, li abbiamo denunciati”. Pare che al ritorno a valle i due siano stati accolti dai gendarmi francesi.

Secondo quanto riferito dall’Ansa VdA e dalle fonti francesi la struttura vittima dell’atto vandalico è una piccola e spartana costruzione di legno situata a 3100 metri di quota, poco lontano dal rifugio Tete Rousse, dove nei mesi estivi si trova Tsering Phinstso Sherpa, una guida nepalese, ex dipendente dell’ambasciata, assunta dal comune di Saint Gervais. La sua presenza sul ghiacciaio è stata voluta qualche anno fa dalle autorità, preoccupate per l’affollamento di turisti sulla via normale del Bianco che spesso si arrischiavano ad alta quota con attrezzatura inadatta o con bambini, o ancora più spesso prestavano poca attenzione all’ambiente o piantavano le loro tende in zone pericolose del ghiacciaio.

A quanto pare,, la guida Sherpa aveva lasciato momentaneamente la postazione per scendere a valle e si è accorto del disastro quando è ritornato alla capanna.

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3 Commenti

  1. Bisogna sempre vedere nel dettaglio la situazione: in caso di emergenza è una cosa tollerabile forzare un rifugio/bivacco chiuso per ripararsi.
    Io stesso sugli Appennini qualche anno fa siamo stati colti da un fortissimo temporale, abbiamo forzato la porta dell’unico bivacco presente (che doveva essere aperto) per salvarci le penne.
    Questa del Bianco non mi sembra una situazione che richiedeva una simile emergenza, ma bisogna sempre vedere nel preciso quello che è successo.

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