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Usa, climber muore sul sentiero

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BEND, Usa – Jim Anglin era uno dei climber più famosi dell’Oregon e forse degli Stati Uniti. E’ morto ingloriosamente domenica, in uno strano incidente avvenuto sul sentiero che lo stava riportando a valle dopo un’arrampicata con degli amici.

L’uomo, 55 anni, domenica si trovava nel Parco della Smith Rock, culla dell’arrampicata statunitense, dove nella sua carriera aveva aperto ben 15 nuove vie: tutte impegnative e a tutt’oggi poco ripetute. Si era recato nella zona chiamata "Lower Gorge" con un paio di amici, per fare una delle solite scalate.
 
Dopo la salita, il trio si è avviato a piedi lungo il ripido sentiero usato dagli alpinisti per ritornare a valle: un tracciato "non ufficiale", che si è formato sulla roccia nel corso degli anni. I climber lo usavano come scorciatoia per la discesa, perchè è possibile percorrerlo a piedi, slegati, anche se bisogna prestare molta attenzione.
 
Proprio qui è avvenuta la disgrazia.
 
Gli amici, che si trovavano davanti ad Anglin, raccontano di non aver assolutamente idea di come abbia fatto a cadere. Fatto sta che improvvisamente lo hanno sentito urlare, e poi lo hanno visto rotolare a valle per decine di metri, sbattendo contro gli alberi e le rocce. Il volo gli è stato fatale.
 
Ora si sprecano le ipotesi sull’incidente, che probabilmente ha un’origine assolutamente banale: Anglin potrebbe essere scivolato, inciampato nei lacci delle scarpe, o aver perso semplicemente l’equilibrio.
 
Ma nel frattempo sale anche la polemica riguardo la manutenzione dei sentieri e sulla loro sicurezza, soprattutto all’interno dei parchi. Anche se la comunità alpinistica americana non condivide, sottolineando che si tratta di rischi che corre chiunque vada in montagna, anche il più esperto alpinista in circolazione.
 
Sara Sottocornola

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