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Jannu, la tormenta investe Babanov

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KATHMANDU, Nepal — Tra molta neve e forti raffiche di vento, prosegue il tentativo russo di aprire una via nuova sulla parete nord dello Jannu. Valery Babanov e Sergey Kofanov, dopo giorni di scalata in condizioni estreme, hanno raggiunto quota 7.100 e nel weekend potrebbero chiudere con la vetta la via nuova che stanno aprendo, in stile alpino, sullo sperone Nord-Ovest.

I due alpinisti russi hanno iniziato la loro salita circa una settimana fa. Hanno bivaccato sul plateau, a 5.500 metri di quota, e poi si sono diretti ad attaccare lo sperone Nord-Ovest, da dove vogliono raggiungere la vetta della montagna.
 
Martedì sono sbucati sulla sella, a 6.300 metri di quota, dove sono stati investiti da una tempesta di vento e neve. Per fortuna, il maltempo è durato solo qualche ora e Babanov e Kofanov hanno potuto riprendere la scalata il giorno successivo.
 
Nei giorni scorsi hanno proseguito sullo spigolo, lungo la linea da loro pensata per la via nuova. Un itinerario lungo, esposto e in condizioni difficili a causa dell’enorme carico di neve caduta in Himalaya quest’autunno. Ora si trovano a 7.100 metri: alla vetta, che potrebbe arrivare nei prossimi giorni, ne mancano solo seicento.  
 
"Penso che resteremo sulla montagna circa 9 giorni – raccontava Babanov prima di partire -. Dopo aver raggiunto la vetta, scenderemo dallo spigolo Sud-Est raggiungendo una valle vicino. E poi torneremo al campo base".
 
Quella di Babanov e Kofanov sarebbe la quarta via aperta sulla "parete delle ombre", come è stata ribattezzata la terribile Nord dello Jannu per il fatto che in autunno non vede mai la luce del sole. La via russa aperta nel 2004, una direttissima aperta al centro della parete da Alex Odintsov e altri, vinse il Piolet d’Or.
 
Sara Sottocornola
 
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