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V rapporto Ipcc sui cambiamenti climatici: riduzione delle emissioni e adattamento le parole chiave

I ghiacciai e le vette del Parco Nazionale del Central Karakorum
I ghiacciai e le vette del Parco Nazionale del Central Karakorum

YOKOHAMA, Giappone — É stata presentata qualche settimana fa a Yokohama la seconda parte del V rapporto dell’Ipcc – il Panel internazionale sui cambiamenti climatici. Si intitola “Climate Change 2014: Impacts, Adaptation, and Vulnerability” e punta l’attenzione sulle conseguenze del global warming direttamente sugli uomini: da un lato gli effetti di eventi climatici catastrofici, dall’altro la riduzione delle risorse primarie. La conclusione degli esperti è chiara: serve ridurre immediatamente le emissioni di inquinanti e al tempo stesso studiare strategie di adattamento. Siamo preparati al mondo che verrà?

Lo scorso settembre è stata pubblicata la prima parte del V rapporto dell’Ipcc – il Panel internazionale sui cambiamenti climatici che si concentrava sulla scienza del clima. Poche settimane fa è stata invece presentata la seconda parte del rapporto intitolata “Climate Change 2014: Impacts, Adaptation, and Vulnerability”. I temi trattati sono appunto gli impatti attuali e futuri dei cambiamenti climatici, l’adattamento in rapporto allo sviluppo sostenibile e le vulnerabilità del nostro Pianeta.

Per quanto riguarda gli impatti, i climatologi sostengono che siano già iniziati in molte zone del Pianeta dove gli ecosistemi si stanno modificando, danneggiando gli habitat di alcune specie animali e diminuendo le riserve idriche. Queste situazioni potrebbero peggiorare, secondo i modelli creati dall’Ipcc, se le Nazioni non interverranno immediatamente diminuendo le emissioni di sostanze inquinanti, in particolare dei gas serra che stanno aumentando di anno in anno.

Un’ulteriore “soluzione”, novità di questo nuovo rapporto, è l’adattamento, inteso come tutto ciò che è prevenzione o gestione efficace di qualsiasi rischio derivante dai cambiamenti climatici. Alcune strategie di adattamento sono già state adottate e possono essere ritenute efficaci solo se prevedono uno sviluppo sicuro e quindi uno sviluppo sostenibile. Inoltre è importante intervenire sulle zone più vulnerabili, in modo che non si creino situazioni critiche (alluvioni, siccità, etc…) che potrebbero portare anche a profonde differenze di tipo sociale ed economico.

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