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Everest, la stagione alpinistica dopo la valanga: gli Sherpa impongono le condizioni

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KATHMANDU, Nepal — Dopo l’annuncio della sospensione delle ricerche dei 3 dispersi nella valanga del 18 aprile, si è riunita ieri al campo base dell’Everest una riunione straordinaria a cui hanno preso parte gli sherpa, i capi spedizione, gli alpinisti e tutto lo staff di supporto. Al meeting si è discusso della stagione alpinistica in corso ed è stato stilato un elenco di richieste fondamentali ai fini del proseguimento delle attività: una sorta di aut aut al governo nepalese per ottenere urgenti provvedimenti a favore delle famiglie delle vittime.

Stando a quanto riferisce il Nepal Mountaineering Assosiation dalla sua pagina facebook, le richieste avanzate dal meeting al Ministero del turismo in generale convergono su un punto preciso, quello economico. Se non dovessero venire accolte, l’intera stagione alpinistica all’Everest potrebbe essere compromessa.

In ragione di una seria preoccupazione rispetto alla sicurezza, gli sherpa pretendono un aumento degli aiuti economici a favore delle famiglie coinvolte: 10 milioni di rupie per la famiglia di ciascuna delle vittime, e altrettanti per quelle dei feriti gravi che non potranno più lavorare come guide; la copertura totale delle spese mediche per i feriti; il raddoppiamento del premio assicurativo per coloro che lavorano nelle attività alpinistiche; più elicotteri per svolgere i soccorsi in caso le assicurazioni non coprano tutti i costi, nonché l’utilizzo degli elicotteri per portare materiale logistico ai campi alti, in caso gli alpinisti decidano di abbandonare la montagna. Gli sherpa inoltre chiedono che venga realizzato un memorial park in onore delle vittime, che venga istituito un fondo speciale per gli sherpa, che non ci siano ripercussioni contro gli Icefall doctors qualora si rifiutassero di mettere le corde fisse e le scalette in questa stagione e infine chiedono che i membri delle spedizioni possano chiudere qua la stagione alpinistica nel caso lo volessero.

Secondo quanto riferisce il Guardian, Kathmandu avrebbe ad oggi stanziato fondi sufficienti solo alla copertura dei costi dei funerali delle vittime. Inoltre il governo nepalese avrebbe preso in considerazione anche l’ipotesi di chiudere la stagione alpinistica all’Everest, ma questo potrebbe comportare anche il rimborso di alcune tasse alle spedizioni. “E’ una situazione senza precedenti – avrebbe detto un portavoce del ministero del turismo ai gionalisti, secondo quanto riporta il quotidiano online -. Non sapremmo come fare se loro volessero indietro le tasse pagate. prenderemo una decisione dopo averne discusso ancora”.

I leader delle spedizioni avrebbero dimostrato solidarietà agli Sherpa in questa situazione. “Gli Sherpa sono la spina dorsale dell’Everest – ha dichiarato Mingma Sherpa del Seven Summit Treks al The Himalayan Times -. Noi Sherpa chiediamo che il governo sostenga immediatamente le famiglie delle vittime”.

13 sono i morti accertati nella valanga del 18 aprile, 3 i dispersi le cui ricerche sono state sospese ieri ufficialmente.

 

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