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La storia dell’alpinismo in Abruzzo, il nuovo libro di Stefano Ardito

Storia dell'alpinismo in Abruzzo
Storia dell’alpinismo in Abruzzo

TERAMO – Il Corno Piccolo e il Corno Grande, i pilastri dell’Intermèsoli e il Sirente, le Nord della Cima delle Murelle e del Camicia. Sono queste alcune delle più famose montagne su cui si è scritta la storia alpinistica abruzzese. La racconta il giornalista Stefano Ardito nel suo nuovo libro “Storia dell’alpinismo in Abruzzo”, che l’autore presenta sabato 5 aprile a Teramo.

Il libro di Stefano Ardito racconta le esplorazioni e gli exploit degli alpinisti dell’Abruzzo e delle regioni vicine, a volte affiancati da nomi famosi del Nord, sulle pareti di roccia, le cascate di ghiaccio e i canaloni di neve di questa regione straordinaria.

“Nel cuore della Penisola c’è una terra di grandi e spettacolari montagne – scrive Ardito -. A rendere l’Abruzzo famoso in Italia e in Europa sono l’orso marsicano e il camoscio, le fioriture e le faggete, gli eremi di Fra’ Pietro da Morrone e le torri di Rocca Calascio. La natura e la civiltà di questa terra, però, non sarebbero  quelle che sono senza le vette che ne formano l’ossatura. La mole del Corno Grande e le torri del Corno Piccolo. Il Velino che si lascia vedere da Roma e il Sirente con la sua sconfinata parete. La Majella con i suoi canyon calcarei e la Laga con i suoi fossi di arenaria. Il Marsicano, il Petroso e la Meta che sorvegliano le valli più ricche di fauna d’Italia. Come tante montagne del mondo, le terre alte d’Abruzzo sono popolate da millenni. Ma questo libro non parla di briganti o pastori, di botanici e lupari, di sacerdoti pagani o di Santi. La storia che ho scelto di raccontare inizia nel 1573, quando Francesco De Marchi, un ingegnere militare di Bologna, compie insieme a cinque compagni la prima salita del “Corno Monte”. E si conclude con il 2013, un anno ricco di vie nuove su roccia, di belle ascensioni su ghiaccio, di exploit di arrampicata sportiva”.

Il libro è pubblicato dalla casa editrice teramana Ricerche&Redazioni, che si sta specializzando per la proposta di opere generali sulla storia e la cultura delle montagne dell’Appennino. Il volume, 328 pagine, ripercorre per la prima volta i quasi 450 anni di storia delle esplorazioni compiute sulle montagne abruzzesi.

“È una storia poco conosciuta e avvincente – continua l’autore -, fatta di desideri e speranze, di vittorie e di drammi, e in qualche caso di morte. Una storia che a volte si legge come un romanzo d’avventura, e costringe in altri momenti chi l’ha scritta a stilare degli elenchi noiosi. Una storia che include exploit di livello europeo, e altre salite decisamente più ruspanti. Un racconto nel quale, come in tutte le storie, è necessario fare dei distinguo e dei confronti. Il racconto dell’alpinismo in Abruzzo vede sfilare personaggi arrivati da lontano come Francesco De Marchi e Douglas Freshfield, Aldo Bonacossa e Giusto Gervasutti, Tone Valeruz e Bertrand Lemaire. Ma ad animarlo, com’è giusto, sono soprattutto alpinisti dell’Italia centrale. Antonio Giancola e Andrea Bafile, Paolo Consiglio e Gigi Mario, Pierluigi Bini e Giampiero Di Federico, Tiziano Cantalamessa e Paolo Caruso. E via via fino ad Andrea Di Donato, la odierna star del Gran Sasso verticale”.

Ardito sarà a Teramo a presentare il volume sabato prossimo 5 aprile, alle 18, presso la Sala San Carlo al Museo Archeologico di via Delfico. Interverranno anche Giampiero Di Federico, Claudio Arbore, Luigi Muzi, Pasquale Iannetti, Pino Sabbatini, Cristiano Iurisci e Luigi De Angelis.

Titolo: Storia dell’alpinismo in Abruzzo
Autore: Stefano Ardito
Casa editrice: Ricerche&Redazioni
Pp. 28
Prezzo € 25

Alcune foto degli alpinisti protagonisti della “Storia dell’alpinismo in Abruzzo”.

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