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Cina, poche speranze per i minatori

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PECHINO, Cina — Restano poche speranze di trovare vivi i 181 minatori che dal 17 agosto sono intrappolati in due miniere del Huayuan Minggong a Xintai, nella provincia di Shandong. I soccorritori prevedono di riuscire a raggiungerli non prima di 24 ore, quando forse sarà troppo tardi.

La tragedia è stata causata dallo straripamento del fiume Wen, che ha travolto 50 metri di argine, inondando le miniere. I militari hanno impiegato 2 giorni per ricondurre il fiume nel suo corso e fermare l’acqua che entrava senza sosta nei cunicoli delle due miniere.
 
Il disastro avrebbe potuto avere dimensioni ancora maggiori, perchè nella cava lavoravano 756 minatori, ma a centinaia sono riusciti a fuggire. La miniera di Huayuan Minggong è una delle maggiori in tutta la Cina, con una produzione di 750mila tonnellate di carbone all’anno.
 
I parenti dei minatori intrappolati si sono mobilitati per protestare contro le autorità, accusandole di non avre preso reali provvedimenti contro le disatrose piogge, preannunciate dai metereologi. Ieri hanno fatto irruzione negli uffici dell’azienda, spaccando vetri e accusando i dirigenti di non dire la verità su quanto stava accadendo nella miniera.
 
Intanto i soccorritori pompano fuori dai cunicoli circa 50 metri cubi d’acqua all’ora. Ma la situazione è difficile, perchè il fiume ha immesso circa 12 milioni di metri cubi d’acqua nella miniera.
 
Le autorità cinesi confermano la propria linea, individuando la causa nel maltempo che si sta abbattendo sulla regione e solo una volta ogni 70 anni l’acqua ha raggiunto simili livelli.
 
La miniera, infatti, sembra fosse in regola con le misure di sicurezza. Da ieri Pechino ha ordinato a tutte le miniere di carbone che si trovano in zone basse, a rischio inondazione, di monitorare le proprie strutture e di fermarsi nel caso di piogge forti.
 
In Cina muoiono 13 minatori al giorno. Persino secondo il governativo Beijing Times, nel solo 2006 si sono registrati oltre settemila morti, contro ai 47 degli Stati Uniti.
 
 
 
 
Candida Cereda

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