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Pilone Centrale del Freney: recuperato il corpo di Marco Anghileri, è precipitato sulla Chandelle

Marco Anghileri (foto www.df-sportspecialist.it)
Marco Anghileri (foto www.df-sportspecialist.it)

UPDATED – COURMAYEUR, Aosta – E’ stato recuperato questa mattina il corpo di Marco Anghileri, alla base del Pilone Centrale del Freney. L’elicottero del Soccorso alpino ha potuto alzarsi in volo e prelevare la salma avvistata già ieri pomeriggio, confermando l’identità dell’alpinista. Il lecchese, forte scalatore delle solitarie, appartenente al gruppo dei Gamma e famoso in tutto l’ambiente alpinistico italiano, è morto mentre tentava di compiere la prima solitaria invernale della difficile ‘via Jöri Bardill’: “per come lo abbiamo trovato – ci ha spiegato Adriano Favre, direttore del Soccorso alpino valdostano – riteniamo che stesse ancora scalando la Chandelle: aveva addosso le scarpette e tutto il materiale da arrampicata. E’ precipitato per circa 600 metri”.

Le possibilità che potesse non trattarsi di lui erano minime, anche perché il Pilone Centrale del Freney non è certo una meta “affollata”, tanto meno in questa stagione. Già ieri sera quindi, la voce insistente della sua morte aveva fatto il giro della rete, ma la conferma ufficiale è arrivata solo questa mattina, quando il Soccorso alpino Valdostano ha potuto finalmente effettuare il recupero del cadavere e procedere al riconoscimento. Il recupero ha permesso anche di scoprire qualcosa in più sull’incidente, che secondo i soccorritori è avvenuto sul tratto finale della “Chandelle”, quello roccioso e verticale che conclude la ‘via Jöri Bardill’.

Pilone Centrale del Freney al Monte Bianco (Photo Antonio Giani Summitpost.org)
Pilone Centrale del Freney al Monte Bianco (Photo Antonio Giani Summitpost.org)

“È stato trovato alla base del Pilone – ha spiegato infatti Favre del Soccorso alpino valdostano -, sul lato sinistro. Aveva ancora attrezzatura da scalata, scarpette da scalata. Sicuramente non era ancora sulla cresta con i ramponi. Stava arrampicando, probabilmente sugli ultimissimi tiri della Chandelle. E’ caduto per 500 o 600 metri”.

Secondo i programmi, Anghileri avrebbe dovuto andare in cima al monte Bianco e poi ridiscendere verso Chamonix, dove lo attendeva il padre Aldo. Era partito martedì scorso, dormendo una notte al rifugio Monzino e quella successiva al bivacco Eccles. Giovedì aveva attaccato il Pilone: l’ultimo avvistamento risaliva al primo pomeriggio di venerdì, quando si trovava proprio sugli ultimi tiri della “Chandelle”. L’ultimo sms era arrivato agli amici la mattina di venerdì stesso.

“Bacc”, come era soprannominato Anghileri, era nato il 16 settembre 1972. Erede di una famiglia di alpinisti, era figlio di Aldo e nipote di Adolfo. Marco Anghileri era un Gamma, ed era uno dei più forti scalatori del panorama lecchese. Le solitarie, soprattutto le solitarie invernali, e i concatenamenti erano la sua passione: tante le ripetizioni che ha portato a termine tra le montagne di casa e le Dolomiti. L’ultima celebre è stata la solitaria della “Via dei Bellunesi” allo Spiz di Lagunaz, che ha compiuto nel 2012. Lascia la moglie e due figli.

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12 Commenti

  1. Onore ad un uomo che ancora ha dato un senso all’avventura dell’alpinismo: da solo, d’inverno, sul Freney. Da solo, senza telecamere, posts, o altre schiavitu’ mediatiche e pubblicitarie dell’apparire. Solo come al Lagunaz, per portare piu’ avanti un limite umano riservato a ben pochi umani. Forte, determinato e, soprattutto, silenzioso nelle sue capacità straordinarie. Giornate corte e notti gelate, concedendosi il tempo che ci vuole per andare oltre, in solitaria. L’incarnazione attuale del senso piu’ nobile della stessa parola “alpinismo”: un uomo che darà a lungo uno spunto per riflettere ci ha lasciato indicando una traccia difficile da seguire, ma certamente una di quelle poche traccie che il vento costante dei blogs e delle chiacchiere non cancelleranno tanto facilmente. Grazie Marco.

  2. Oltre che essere un grande alpinista ,sei stato un grande uomo , gentile umile……ci mancherai

    Un abbraccio alla famiglia

  3. Sono veramente dispiaciuto per la morte del caro Marco l’alpinismo mondiale perde uno dei più virtuosi scalatori con LUI l’avventura aveva ancora un senso.
    Ci mancherà la sua voce calda e carica di umanità ci mancherà il suo radioso sorriso il suo bel viso che sognava la libertà.
    Faccio le condoglianze alla famiglia ed al caro amico Aldo pilastro dell’alpinismo Italiano Ciao Marco

  4. Rivederti dopo venti anni e pensare che ci hai lasciato cosi mi fà stare molto male..
    Riposa in pace..
    Il tuo caporale alla Scuola Militare Alpina di Aosta..

  5. L’avevi dentro da allora questa salita.Non eri il tipo da sbandierare sui social che l’avresti fatta ti ricorderò anche per questo.

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