AlpinismoAlta quota

Una settimana ai piedi del Nanga Parbat: il racconto di Previtali

Simone Moro (Photo courtesy The North Face-David Goettler)
Simone Moro (Photo courtesy The North Face-David Goettler)

ISLAMABAD, Pakistan — Si muoveranno di nuovo sulla montagna tra un paio di giorni Simone Moro, Emilio Previtali e David Goettler, che ora si trovano al campo base del Nanga Parbat. Attualmente le condizioni meteo sulla montagna non sono buone, e gli alpinisti ne approfittano per risolvere “questioni tecnologiche” e rinsaldare i rapporti con i polacchi con cui dovrebbero collaborare per questo tentativo di prima invernale. Ecco le parole di Emilio Previtali, che dal campo base racconta la settimana appena trascorsa.

“Dopo un giro di acclimamento fino a C1 a 5100 metri martedì scorso siamo rientrati tutti al CB e poi è arrivato il brutto tempo. Karl Gabl, il nostro meteorologo di Innsbruck ci aveva avvertiti di essere al CB prima di martedì sera, perché poi sarebbe arrivata la neve e il vento. Si era raccomandato. Il pomeriggio di martedì Simone e David sono scesi da C1 con il bel tempo – io invece ero sceso la sera prima. Nessuno di noi aveva detto niente agli altri, ma tutti era venuto il dubbio che Karl si fosse sbagliato. C’era un bel cielo azzurro. Siamo andati a dormire con il cielo stellato, faceva abbastanza freddo, tra i -15°C e i -20°C. Poi verso le due del mattino io mi sono svegliato e sentivo i fiocchi di neve che scivolavano giù sul telo esterno della tenda, in più fuori dal sacco a pelo non faceva più così freddo, evidentemente il cielo si era coperto. Karl aveva ragione. Ci siamo alzati con una decina di centimetri di neve a terra.

Sempre martedì sera abbiamo invitato qui a cena i ragazzi della spedizione polacca, è stato bello, non si è parlato solo di montagne e del Nanga. Anzi. Si è parlato di viaggi intercontinentali in moto, di motori fusi in mezzo al deserto, di fughe ai posti di blocco in Russia, di droni – i ragazzi polacchi hanno un drone, qui – si è parlato di vodka e di vino. Di donne stranamente non si è parlato, forse perché eravamo in troppi. Tre noi, più sei polacchi, totale nove persone. Non c’è ancora abbastanza confidenza.

Mercoledì abbiamo passato l’intera giornata al campo base, al mattino abbiamo fatto la doccia – avvenimento rimarcabile, qui – e al pomeriggio siamo stati tutti qui nella 2 Meter Dome a lavorare al computer. Simone sta scrivendo il suo libro, David ha sistemato i suoi files e ricaricato le batterie delle macchine fotografiche e io ho finalmente finito l’installazione dei programmi sul nuovo computer che mi è arrivato qui al campo base. Forse non tutti lo sanno: il mio Mac, arrivati qui al CB, aveva deciso di non funzionare più, allora mi sono ricordato che davanti all’albergo di Islamabad c’era un negozio Apple, abbiamo provato a telefonare alla nostra agenzia, abbiamo indicato il negozio, il modello e le specifiche tecniche del computer e dopo quattro giorni è spuntato da dietro la morena un portatore che si è fatto 6 ore di cammino fin qui per recapitarcelo. Incredibile. In omaggio mi hanno dato anche una valigetta. Ho già fatto i backup di tutti i video che abbiamo fatto e iniziato – finalmente – a scrivere i report su una vera tastiera invece che sullo schermo di un telefonino”.

Nei giorni scorsi il team è salito di nuovo a Campo 1 dove ha dormito una notte per acclimatarsi.  Moro e Goettler oggi sono saliti ancora e da C1 a 5100 metri fino a quota 6000 metri. “C2 è vicino” dice Previtali dal campo base.

Ora sono rientrati a Campo Base.

 

Links: http://www.thenorthfacejournal.com

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