News

Unesco: nuove aree protette sulle Alpi

immagine

WELLINGTON, Nuova Zelanda — I pittoreschi vigneti terrazzati della regione di Lavaux, sul Lago di Ginevra. E una vasta area attorno al ghiacciaio più grande d’Europa, quello dell’Aletschhorn, sulle Alpi Svizzere. Ecco le regioni alpine che l’Unesco ha deciso ieri di inserire nella lista degli "World Heritage Site".

Il Lavaux, incantevole regione svizzera tra Losanna e Vevey, ha una tradizione vinicola antica di 800 anni, e chilometri di terrazzamenti che producono alcuni dei vini più apprezzati delle Alpi: il Dézaley, Calamin, Epesses e il St Saphorin.
 
Un angolo meraviglioso di verde, con casette da favola e panorami mozzafiato sul lago e sulle cime  circostanti. Un paradiso minacciato dalla pressione edilizia, dall’invasione del turismo di massa, dalle mire dei grandi alberghi.
 
Ecco perchè l’Unesco ha pensato di proteggerlo, con una decisione comunicata proprio ieri dal World Heritage Committee, riunito in questi giorni a Christchurch, in Nuova Zelanda, per rivedere lo stato di conservazione deglo 830 siti della World Heritage List.
 
Ma le decisioni "alpine" del Committee non sono finite qui. Il vertice dell’Unesco ha preso anche la  decisione di incrementare la superficie del sito dello Jungfrau-Aletsch-Bietschhorn di oltre il 50 per cento: passerà da 539 a 824 chilometri quadrati.
 
Ora l’area protetta (che probabilmente l’anno venturo cambierà nome) comprende tutta la catena delle Alte alpi bernesi, incorporando i massicci dell’Aar e del Grimsel. Le cime Schreckhorn, Lauteraarhorn,  Finsteraarhorn e Oberaarhorn con i relativi ghiacciai. Il Gspaltenhorn, il gruppo del Blüemlisalp e del Doldenhorn e i pendii verso la Lötschen valley.
 
Altre decisioni importanti prese in Nuova Zelanda riguardano il nome del sito di Auschwitz, che diventa "Auschwitz-Birkenau. German Nazi Concentration and Extermination Camp (1940-1945)" invece di "Auschwitz Concentration Camp", per sottolineare la responsabilità dei nazisti.
 
E’ stata anche presa la decisone senza precedenti di rimuovere dalla lista un sito protetto. Si tratta dell’Arabian Oryx Sanctuary, in Oman, dove vivono 65 esemplari di una rara specie di antilope. La decisione motivata dal fatto che l’Oman ha deciso di ridurre del 90 per cento il territorio dell’area protetta andando contro le linee guida della convenzione.
 
Tra i numerosi nuovi siti protetti ci sono anche il deserto montano di Richtersveld in Sudafrica, l’Opera House di Sidney, la miniera d’argento Iwami Ginzan in Giappone, le incisioni rupestri della regione di Twyfelfontein in Namibia, la città di Corfu in Grecia, il Rideau Canal in Canada, i resti della moschea sacra di Samarra, in Iraq, seriamente minacciata dalla guerriglia in corso. E ancora il Parco nazionale di Teide a Tenerife e gli antichi faggeti dell’Europa centrale.
 
Sara Sottocornola

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close