Alpinismo

In vetta all’Everest come negli anni Venti

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KATHMANDU, Nepal — Sembrava soltanto un film. E invece hanno compiuto una delle più belle salite della stagione. Conrad Anker e Leo Houlding hanno raggiunto ieri la vetta dell’Everest salendo con un’attrezzatura degli anni Venti del secolo scorso.

Non hanno usato corde fisse nemmeno sul verticale passaggio del Second Step, a 8.300 metri di quota. Sono arrivati in cima alle 10.45, con tempo nuvoloso, tre ore dopo aver superato il Second Step.
 
La loro salita, oltre che per lo stile "antiquato", resterà memorabile anche per la data: secondo le statistiche, nessun alpinista ha mai messo piede sulla vetta dell’Everest il 14 giugno, a primavera (stagione pre-monsonica) così inoltrata.
 
Anker e Houlding hanno però potuto contare sull’aiuto di ben 18 sherpa, che li hanno assistiti durante la salita anche con l’ossigeno supplementare, e sulla presenza di due guide d’alta quota che di solito lavorano con le spedizioni commerciali della Himex. Quando sono partiti per la vetta, con loro c’erano anche due cameraman che però hanno dovuto ritirarsi perchè non si sentivano bene.
 
I due alpinisti, uno americano e uno inglese, scalavano nei panni dei leggendari esploratori Mallory e Irvine, scomparsi nei pressi della cima dell’Everest nel lontano 1924, lasciando un inestricabile mistero attorno quella che potrebbe essere stata la prima salita assoluta della montagna più alta del mondo.
 
L’espressione "nei panni" va intesa nel senso letterale della parola, perchè Anker e Houlding avrebbero scalato con vestiti di lana, seta e cuoio ormai in disuso da decenni, e con un’attrezzatura di quasi cent’anni fa, appositamente ricostruita per l’occasione.
 
Il motivo è che la loro spedizione si trova all’Everest per girare un film-documentario sull’impresa di Mallory e Irvine. E i due alpinisti interpretavano i ruoli dei protagonisti. E’ per questo che hanno deciso di ripercorrere i loro passi a fine stagione, e che lo hanno fatto secondo questi canoni.

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