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Gran Paradiso: stambecchi in pericolo per i cambiamenti climatici

Stambecco maschio (Phptp wikipedia.org)
Stambecco maschio (Phptp wikipedia.org)

AOSTA — Nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, durante il periodo 1985-1995, il numero degli stambecchi è fortemente aumentato: inverni più caldi, con una minore copertura nevosa, hanno fatto crescere la disponibilità di cibo, e dunque le possibilità di superare i mesi freddi. Dopo il 1997, però, qualcosa è cambiato: gli inverni hanno continuato ad essere poco nevosi, ma i censimenti hanno mostrato che la popolazione di stambecchi è crollata, tornando a poco più di 3.000 animali nell’intera area protetta, con un dimezzamento del tasso di sopravvivenza dei piccoli.

Secondo diversi recenti studi – tra cui uno di Antonello Provenzale (Isac Cnr) et al. – le cause del fenomeno potrebbero essere legate ai cambiamenti climatici. Un’ipotesi degli scienziati chiama in causa la fioritura anticipata e la modifica della vegetazione alpina  dovuta alle temperature più alte e alla fusione precoce della neve: quando le femmine danno alla luce i piccoli, in giugno e luglio, è possibile che non trovino erbe adatte a produrre latte di alta qualità.

Di conseguenza, i piccoli potrebbero crescere meno robusti e poco preparati ad affrontare l’inverno successivo. Un’altra possibile causa è legata alla sopravvivenza anche nei mesi invernali, per le temperature meno rigide, dei parassiti e delle loro larve, che espongono i neonati di stambecco ad un maggiore carico parassitario.

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