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Programmi per la settimana? Quattro passi sull’Everest

Everest e Colle Sud
Everest e Colle Sud

BERGAMO — E’stato più veloce del secondo classificato di un solo secondo. E ha vinto il favoloso viaggio in Nepal messo in palio dal concorso attivato da High Summit nel mese di luglio. Ora, finalmente, per lui è tempo di affrontare l’Himalaya.

Tommaso Gazzetti, il vincitore del concorso “Trova lo yeti e vinci un viaggio in Piramide”, ha battuto sul tempo 1.900 sfidanti decisi ad essere i più veloci a rintracciare gli Yeti nascosti nelle foto postate sul sito di High Summit 2013, guadagnandosi un biglietto per il Nepal. Decollato venerdì 27 settembre da Malpensa con destinazione Nepal, in questi giorni sta volando a Lukla (2.860m), nel nordest del Nepal, da dove parte la “marcia” lungo la valle del Khumbu. In sei giorni dovrebbe raggiungere l’Everest: arriverà a quota 5.050, dove è installata la Piramide, laboratorio d’alta quota gestito dal Comitato EvK2CNR e dal Nast.

Per lui, è un viaggio dal mare alle pendici della montagna più alta della Terra. Gazzetti ha 33 anni e abita a Falconara Marittima, sull’Adriatico in provincia di Ancona. Pratica abitualmente parapendio e trekking sull’Appennino, ed è abituato a viaggiare parecchio; tuttavia ammette di non essersi mai avventurato in ambienti d’alta montagna al di fuori dell’Italia.

Gli abbiamo chiesto come si sente a pochi giorni dalla partenza. “La voglia è chiaramente tantissima – ci ha detto Gazzetti -, ma onestamente non so cosa aspettarmi. La quota che ho frequentato ultimamente non supera i 2.000 metri, mentre qua stiamo parlando dell’Himalaya. Ho svolto dei test fisici di recente, e sono stato giudicato idoneo, ma non posso sapere come reagirò ai 5.050 metri della Piramide.”

Gazzetti è in viaggio con la spedizione Cobat-EvK2CNR, diretta al Laboratorio per sostituire i pannelli solari che lo alimentano e ottimizzarne il consumo energetico. “Non conosco ancora nessuno – scherza Gazzetti – ma non ho nessun timore. Sarà anche un’occasione per mettere alla prova il mio inglese. Per il materiale personale e tecnico sono stati inoltre ingaggiati dei portatori, e la cosa devo ammettere che all’inizio mi ha stranito. Non mi entusiasmava l’idea che qualcuno dovesse sobbarcasi il peso del mio bagaglio, mi sentivo quasi a disagio. Sono abituato al viaggio fai-da-te, e volevo cavarmela da solo. Tuttavia per gli autoctoni le spedizioni sono una fonte di sostentamento, e in realtà mi hanno spiegato che al di là delle necessità pratiche, sarebbe comunque meno virtuoso non assumerne. Di fatto la questione è stata già un primo confronto con una realtà di montagna che non conosco.”

Ma come si prepara uno zaino per l’Himalaya? “Onestamente non sapevo da che parte iniziare – racconta Gazzetti -, anche considerando che in totale sarà un viaggio di ben 18 giorni. Per orientarmi ho contattato una guida alpina un paio di settimane fa, e gli ho affidato la lista del mio zaino. Molto materiale mi sarà fornito in loco, e sarà lo stesso destinato alla squadra scientifica, con il gagliardetto di missione cucito sul petto per intenderci. Il resto mi è stato consigliato di reperirlo direttamente sul posto, sia per questioni logistiche che di costi. Di mio in fondo porto davvero poche cose.”

Quando Gazzetti raggiungerà la Piramide ci terremo aggiornati sulle sue condizioni e la sua quotidianità, con foto e commenti dal cuore dell’Himalaya. Ciò che Gazzetti ha chiaro è che non vuole restare con le mani in mano nei cinque giorni che trascorrerà in Piramide: “Voglio fare molte escursioni in zona. Quando ti capita ancora di fare quattro passi con vista Everest?”.

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Un commento

  1. Fossi uno “abituato a viaggiare parecchio” avrei fatto una settimana al rifugio Torino, sui 3-4.ooo. Certo che aver vinto per un secondo significa essere un pilota con la valigia, avere un mezzo veloce. Col mio (ora a 50,6Kbps) ho provato, ho visto la foto di un’ombra e ho fatto un’altra rinuncia. Forse ci saranno possibilità anche per i babi.

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