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Rinvii saltati e niente casco: il padre di Tito Traversa si sfoga sulla stampa

Falesie di orpierre (orpierre.fr)

TORINO — “Tito ha utilizzato un’attrezzatura non sua e assemblata male. Qualcuno dovrà darmi una spiegazione. Comunque l’uso del casco dovrebbe essere reso obbligatorio”. Queste le parole di Giovanni Traversa al quotidiano La Stampa di Torino. Il padre del piccolo Tito, campione di arrampicata morto nei giorni scorsi per una caduta di 20 metri sulla falesia francese di Oripierre, vicino a Grenoble, ha rilasciato nelle scorse ore un’intervista a Giampiero Maggio in cui racconta l’incidente e le sue sensazioni.

“Da ciò che mi hanno detto sembra che i “rinvii” fossero stati montati nel modo sbagliato – racconta il padre di Tito Traversa -. I moschettoni non entravano nelle fascette ma nei gommini, che non garantiscono alcuna sicurezza. Quando Tito è arrivato in alto e si è sentito sicuro, uno dopo l’altro quei “rinvii” hanno ceduto ed è precipitato nel vuoto”.

Questa la dinamica dell’incidente in cui ha perso la vita il piccolo climber, secondo quanto riferito da Giovanni Traversa che nei prossimi giorni vuole recarsi ad Orpierre per rendersi conto di come possa essere successo un incidente simile su una falesia che “Tito avrebbe salito ad occhi chiusi”.

Sull’incidente sta indagando anche la polizia francese. Nel frattempo, comunque i genitori del piccolo climber hanno sollevato la questione del casco in arrampicata perchè a quanto pare, contrariamente alle prime notizie giunte in Italia, Tito non lo indossava.

“Se avesse avuto una protezione in più magari oggi non saremmo qui a piangerlo – hanno detto i genitori, che dopo il decesso hanno deciso di donare gli organi -. Le istituzioni dovrebbero rendere il casco obbligatorio, almeno per i minorenni. I rischi, come in tutti gli sport, ci sono. Ma non si può e non si deve morire”.

Il padre di Tito Traversa ha ripetuto a diversi giornali di non sentirsi in colpa per l’accaduto e ha invece ricordato con nostalgia i momenti in cui il piccolo ha iniziato ad arrampicare, seguendo le sue orme e dicendogli “voglio diventare più bravo di te”.

I funerali del bimbo si svolgeranno in Italia nei prossimi giorni.

 

 

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