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Everest, che fare per proteggere la natura

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NAMCHE BAZAR, Nepal (Ansa) — Un sentiero strettissimo che si affaccia a picco su una profonda scarpata e’ l’unica via di accesso all’inceneritore costruito sei mesi fa a Namche Bazar: una sorta di recinto di pietra sormontato da una copertura di lamiera e nel quale i rifiuti sono appoggiati su una griglia, sotto la quale si accende il fuoco.

Ed e’ dal sentiero che devono arrivare qui tutti i rifiuti della Valle nepalese del Khumbu, nel cuore di uno dei parchi naturali piu’ celebri del mondo, quello del Sagarmatha, il nome nepalese dell’Everest.
 
"Rispetto agli anni passati molte cose sono migliorate, siamo soddisfatti", osservano i responsabili della principale autorita’ locale per la tutela del Parco, lo Sagarmatha Pollution Control Commettee (Spcc). E cosi’ mostrano orgogliosi l’inceneritore ai rappresentati del Comitato Ev-K2-Cnr arrivati dall’Italia pochi giorni fa e diretti al Laboratorio Piramide sul versante nepalese dell’Everest.
 
I rifiuti (almeno una tonnellata al giorno, secondo l’Spcc) arrivano all’inceneritore sulle spalle dei portatori, dopodiche’ il metallo viene separato dagli altri rifiuti, compattato a colpi di pietre e portato a Kathmandu. Tutto il resto, plastica compresa, viene bruciato senza alcun filtro per ridurre le emissioni nocive. Se e’ vero che grazie all’inceneritore i rifiuti sono spariti dalla citta’, e’ anche vero che la scarpata ai piedi dell’inceneritore e’ disseminata di spazzatura, sparsa intorno ai piccoli campi di patate. Taniche di plastica appese agli alberi sono usate come rudimentali allarmi per proteggere il raccolto.
 
Buste di plastica oscillano sui rami degli alberi insieme alle bandiere di preghiera.
L’offerta italiana, presentata dalla guida alpina del Comitato Ev-K2-Cnr Maurizio Gallo, e’ quella di portare nel Parco 28 inceneritori a basse emissioni recentemente messi a punto dal Comitato Ev-K2-Cnr. Degli inceneritori, 12 dovrebbero essere installati a Namche Bazar.
 
La spesa complessiva e’ stimata in 7.500 dollari che, secondo i responsabili dell’Spcc, dovrebbe essere ripartita fra il Comitato Ev-K2-Cnr (70%) e gli hotel (30%). L’idea e’ di installare uno degli inceneritori a Lobuche, vicino alla Piramide, in prossimita’ del Campo Base  dell’Everest in modo da eliminare le difficolta’ del trasporto dei rifiuti fino a Namche Bazar.
 
La proposta, che nei prossimi giorni il Comitato prevede di continuare a discutere in una serie di incontri con l’Spcc a Kathmandu, e’ stata accolta favorevolmente da Spcc e albergatori, anche se per i secondi una delle maggiori preoccupazioni sono le bottiglie di plastica: ”sono troppe – ha osservato Gallo – e bruciarle e’ sempre piu’ pericoloso per l’ambiente, soprattutto se viene fatto a cielo aperto, come succede oggi”. L’idea, costosa e difficile da realizzare in tempi brevi, e’ installare in ogni hotel filtri per la depurazione dell’acqua, a partire da 12 alberghi.
 
 Enrica Battifoglia

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