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Val Genasca, la frana ora è sotto controllo

Frana val Genasca (Photo cmg.arpalombardia.it)
Frana val Genasca (Photo cmg.arpalombardia.it)

SAN GIACOMO FILIPPO, Sondrio — Ha cominciato a decelerare la frana della Val Genasca, situata nelle vicinanze della Statale 36 che porta alla Valle Spluga. Nel maggio scorso, a causa delle precipitazioni straordinarie, il dissesto nel territorio di San Giacomo Filippo aveva destato molte preoccupazioni per via di un’accelerazione nel movimento verso il basso: in un mese era sceso quanto in precedenza aveva fatto in due anni e mezzo. “Attualmente possiamo dire che la fase di criticità è stata superata – ci ha spiegato Luca Dei Cas, dirigente del Centro di Monitoraggio geologico di Sondrio Arpa Lombardia -, ma continuiamo a seguire con grande attenzione i movimenti della frana perchè comunque siamo ancora su movimenti centimetrici. La frana non si è arrestata completamente, ma ha decelerato fortemente”.

Il dissesto della Val Genasca ha iniziato a preoccupare a fine aprile, anche se la fase più critica è stata quella compresa tra il 22 maggio e la fine del mese scorso. Nell’ultimo weekend di maggio la Prefettura ha anche disposto un presidio per monitorare giorno e notte il movimento franoso a poche decine di metri dalla Statale 36. La frana si trova in località Somma Rovina Bassa, nel territorio di San Giacomo Filippo in Valle Spluga, dopo Chiavenna.

“C’è stata una forte impennata – spiega Luca Dei Cas, dirigente del Centro di Monitoraggio geologico di Sondrio Arpa Lombardia -, un’accelerazione della frana cominciata il 29-30 di aprile, che ha raggiunto il massimo della velocità intorno al 23 o 24 di maggio. Dal 26 di maggio ad oggi abbiamo però registrato una continua decelerazione del movimento della frana che, nei suoi 40.000 metri quadrati, era arrivata a muoversi di 10 centimetri al giorno. Adesso invece ci troviamo intorno ai 3 centimetri. Velocità di questo tipo su questa area di frana negli anni passati non erano mai state registrate, sia per intensità sia per persistenza. L’area di frana a maggio si è spostata di circa un metro e mezzo: in un mese ha fatto quello che precedentemente aveva fatto in due anni e mezzo. Questo per il quantitativo di acqua che è caduto tra il mese di aprile e di maggio, anche in questo caso eccezionale: in 45 giorni è caduto più di un terzo del quantitativo di acqua che solitamente si registra in un anno in quella zona”.

Sebbene le piogge siano state straordinariamente abbondanti su molte zone della Lombardia nel maggio 2013, non ci sono al momento altri dissesti che preoccupano i tecnici del Centro di Monitoraggio di Sondrio quanto quello della Val Genasca.

“Di tutte le altre frane che monitoriamo nelle 5 province lombarde – continua infatti Dei Cas -, nessuna è entrata in una fase di criticità come è stato per la Val Genasca. Nei giorni dell’apice abbiamo attivato un presidio di monitoraggio h24. Noi siamo il braccio scientifico della Protezione civile, controlliamo i movimenti della frana e capiamo come interpretarli. La Protezione Civile e la Prefettura di Sondrio hanno fatto scattare un presidio, il traffico alternato in quel tratto della SS36 e l’illuminazione anche notturna della frana da parte dei Vigili del fuoco. Attualmente comunque possiamo dire che la fase di criticità è stata superata, ma continuiamo a seguire con grande attenzione i movimenti della frana perchè comunque siamo ancora su movimenti centimetrici, quindi la frana non si è arrestata completamente, ha solo decelerato fortemente”.

La frana della Val Genasca è sotto il controllo del Centro Monitoraggio geologico di Sondrio dall’1 luglio 2010. Viste le potenzialità di rischio dell’area, è stato installato dapprima un monitoraggio di tipo manuale, poi implementato fino ad avere oggi dati aggiornati ogni 30 minuti direttamente nella sala operativa del capoluogo valtellinese. Grazie al sistema di monitoraggio, i tecnici del Centro Arpa di Sondrio hanno potuto seguire costantemente la recente accelerazione del dissesto.

Sebbene attualmente la fase di criticità sia stata superata, l’attenzione rimane alta e lo rimarrà ancora nei prossimi giorni, sperando che le precipitazioni – vere cause dell’accelerazione della frana – non continuino a giugno come hanno fatto a maggio. Il legame tra piogge e movimenti franosi è infatti strettamente collegato, anche se a seconda del tipo di frana si hanno conseguenze più o meno immediate.

“I tempi di risposta dei dissesti non sono sempre immediati alle precipitazioni – conclude infatti Dei Cas -. Mentre una frana come quella del Ruinon, della parte bassa del Ruinon, risponde ai picchi delle precipitazioni a distanza di poche ore, la frana della Val Genasca ha una risposta al cumulo delle piogge: il dissesto inizia a muoversi più velocemente quando il cumulato dei giorni precedenti raggiunge certi valori. Analogamente alla accelerazione, anche la decelerazione ha un certo tempo di latenza. Tanto è vero che a una decina di giorni dalla fine delle grosse precipitazioni, la frana sta ancora decelerando adesso”.

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