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Ghiacciai dell'Everest: perso il 13% in cinquant'anni

Everest
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KATHMANDU, Nepal — Ghiacciai diminuiti del 13% e limite delle nevicate salito di 180 metri in cinquant’anni. E’ questa la sconcertante situazione nella regione dell’Everest, come risulta da un recente studio del glaciologo nepalese Sudeep Thakuri e supportato da Università di Milano, Cnr, Evk2Cnr e Ipcc. Ciò che preoccupa maggiormente è il futuro delle riserve d’acqua del continente asiatico, su cui si concentrerà il prosieguo di questa ricerca: i trend di temperatura e precipitazioni dell’ultimo ventennio non lascerebbe infatti molto spazio a previsioni ottimistiche.

Thakuri, che si sta specializzando in un Phd di glaciologia presso l’università di Milano con il gruppo del prof. Claudio Smiraglia, ha presentato le sue ricerche al “Meeting of the Americas”, conferenza scientifica promossa dall’American Geophysical Union a Cancun, Messico.

La ricerca riguarda i cambiamenti glaciali sull’Everest e nell’area circostante del Sagarmatha National Park, ampia circa 1148 km quadrati. I ricercatori hanno studiato immagini satellitari, mappe topografiche e studi storici sui ghiacciai della zona. “L’analisi statistica conferma che la velocità di ritiro dei ghiacciai sta aumentando” ha dichiarato Takhuri. Una delle ipotesi di ricerca è che il declino dei ghiacciai in questa regione dipenda dai gas serra prodotti dalle attività antropiche che alterano il clima.

Secondo lo studio, sarebbero i ghiacciai più piccoli – quelli con la superficie inferiore al chilometro quadrato – a scomparire più in fretta: dal 1960, risultano diminuiti addirittura del 43%. In questi 50 anni, la superficie che i ghiacciai hanno lasciato a rocce e detriti è aumentata del 17%. In termini di metri, le lingue glaciali risultano ritirate di 400 metri.

“Misurazioni di vario tipo indicano che i bilanci di massa dei ghiacciai himalayani sono stati negativi negli ultimi cinquant’anni – conferma Claudio Smiraglia, glaciologo di fama mondiale -, con un’accelerazione della fusione all’incirca dopo il 1995, ma con una variabilità spaziotemporale molto elevata. Ne emerge un quadro complessivo di regresso del glacialismo, almeno per l’Himalaya in senso stretto, anche se la sua entità appare lievemente meno intensa rispetto a quella delle Alpi. Tutti i parametri monitorati, infatti, pur nelle incertezze dei confronti di metodologie diverse, di periodi diversi, di campioni diversi, registrano valori negativi”.

Smiraglia, docente dell’Università di Milano e referente di Glaciologia per il Comitato Evk2Cnr, approfondisce la situazione dei ghiacciai Himalayani nel nostro approfondimento del giorno, mettendo in relazione i dati emersi da questo studio con altri precedenti e spiegando la relazione fra ghiacciai, risorse idriche e ambiente.

Per questo studio, Takhuri e il suo team hanno utilizzato i dati delle stazioni meteorologiche e climatiche installate nella zona dell’Everest dal Comitato Evk2Cnr nell’ambito del progetto Share, compreso il Nepal Climate Observatory del Laboratorio Piramide, e quelle del Nepal Department of Hydrology and Meteorology.

La ricerca proseguirà indagando la relazione tra il clima e il ritiro dei ghiacciai, per comprendere il comportamento del ciclo idrogeologico e il futura disponibilità di acqua.

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