Curiosità

L'anno senza estate, così Frankenstein nacque in Svizzera

L'anno senza estate (Photo www2.macleans.ca)
L’anno senza estate (Photo www2.macleans.ca)

GINEVRA, Svizzera — Il 1816 fu l’anno senza estate. Per una grave anomalia del clima estivo, neve, ghiaccio e freddo distrussero i raccolti del Vecchio e del Nuovo mondo, aggravando la povertà e la miseria in cui versava un’Europa messa già in ginocchio dalle guerre napoleoniche e dai primi anni della Restaurazione. Un gruppo di amici in vacanza sul lago di Ginevra, per passare il tempo in una delle tante giornate di pioggia, decise di inventare storie di fantasmi e dell’orrore. Erano Lord Byron, John William Polidori, Percy Bysshe Shelley e Mary Shelley, che proprio in quei giorni scrisse “Frankenstein: or, The Modern Prometheus”.

Dopo tanti giorni di freddo e di pioggia qualcuno si è chiesto come sarebbe se il caldo non arrivasse mai e questo fosse un anno senza estate. Un pensiero assurdo, che pure trova riscontro in episodio realmente accaduto nel 1816, passato alla storia come “l’anno senza estate”. Grandi tempeste, piogge anomale e esondazioni di fiumi interessarono il Nord America, il Canada e l’Europa, dove persino il ghiaccio fece la sua comparsa a basse quote nel mese di agosto. I raccolti di uva e grano andarono persi; in diversi Paesi come la Gran Bretagna, la Francia e la Svizzera, si verificarono delle vere rivolte del pane.

Secondo gli esperti l’anno senza estate fu provocato dalle grandi eruzioni degli anni precedenti, in particolare quella del 1815 del vulcano Tambora, in Indonesia. Le polveri disperse nell’aria si comportarono come un filtro nei confronti dei raggi solari, impedendo alle temperature di alzarsi e alla stagione calda di arrivare.

Nell’estate del 1816 alcuni amici si trovavano in villeggiatura in Svizzera, sul lago di Ginevra. Erano un gruppo di poeti e scrittori, i “romantici” della letteratura inglese giovani e ribelli: Lord Byron, John William Polidori, Percy Bysshe Shelley e la sua futura moglie Mary Wollstonecraft Godwin. Costretti a stare in casa del freddo e delle piogge miste neve, decisero un giorno di fare a gara a chi avrebbe scritto la storia di fantasmi e dell’orrore più bella e più spaventosa. E fu così che dall’immaginazione della ancora 19enne Mary Shelley nacque il mito di Frankenstein. Nella stessa occasione Polidori scrisse Vampiry, un racconto che ebbe poi grande influenza anche sul più famoso Dracula di Bram Stoker.

Pare inoltre che l’alto livello di ceneri nell’atmosfera creasse colori del cielo spettacolari, in particolare al tramonto. A quei colori sarebbero ispirati alcuni paesaggi di William Turner, celebre pittore del romanticismo britannico.

Photo courtesy www2.macleans.ca

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