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AAA, montagne austriache vendesi

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VIENNA, Austria — E’ l’ultima dell’assurdità. State a sentire: un’azienda che produce insaccati, la Weisbauer, si è comprata la cima di una montagna austriaca del Tirolo orientale per chiamarla con il suo nome "Wiesbauer-Spitze".

Si tratta della nuova frontiera delle idiozie targate marketing. La sfortunata cima, destinata a prendere il nome di un produttore di salsicce, attualmente si chiama Mullwitzkogel, è alta 2.768 metri e domina il paesino di Prägraten a 40 chilometri da Lienz. Si tratta di una montagna che da sempre attrae scalatori, escursionisti e gitanti da ogni parte d’Europa. Ebbene, visto che da lì ci passa un sacco di gente – hanno pensato i "geni" del marketing – chiamiamo la montagna come la nostra azienda. Sai che pubblicità…

I 1.270 abitanti di Prägraten non sembrano preoccuparsi più di tanto. Anzi, la maggioranza condivide l’azione dell’amministrazione locale, nella speranza di attirare un maggior numero di turisti durante la stagione estiva, riporta la rete tv austriaca Orf.

E pure il sindaco Johann Kratzer gongola per l’inattesa pubblicità. Tutti d’accordo anche in consiglio comunale: da luglio, recita la delibera votata all’unanimità, la Mullwitzkogel si chiamerà «Wiesbauer-Spitze».

I Wiesbauer, proprietari dell’azienda leader degli insaccati in Germania e Austria, esultano per l’eccezionale eco avuto a livello internazionale. «Con questa azione, dicono dalla società con sede a Vienna, celebriamo anche il 75° anniversario del nostro salumificio e la "Bergsteiger-Wurst" (salsiccia dello scalatore), il nostro fiore all’occhiello».

Bene, è presumibile che in occasione del centanario vadano in Nepal a chiedere di cambiare nome all’Everest. Sai che roba " la salsiccia più alta del mondo". E magari, già che ci sono, la valle del Khumbu e l’Ice fall diventeranno una colata di senape. "Ma ci faccia il piacere", per dirla alla prinicipe De Curtis.

Blanda per ora la risposta dell’associazioni ambientaliste austriache. Solo Peter Hasslacher dell’«Alpenverein», il club degli alpinisti ammonisce: «Questa nuova tendenza, è molto pericolosa. Nelle nostre cartine escursionistiche manterremo il nome originale della vetta».

Si sta aprendo una rischiosa colonizzazione pubblicitaria delle Alpi? Il sindaco incriminato lo esclude: «Si tratta di una partnership a scopo puramente pubblicitario. Nessuna delle nostre 130 cime sarà venduta. La cooperazione con l’azienda Wiesbauer e il cambiamento del nome è un valore aggiunto che renderà ancora più popolare e attrattiva la nostra zona». Già, come la zona più ridicola della Terra…

E i vicini svizzeri – quelli della torre sul Piccolo Cervino, per intenderci – che fanno? Coloreranno le montagne di viola per venire incontro alla Milka? No, assicura Roger Waber, responsabile della promozione turistica elvetica: «Rinominare le vette delle montagne svizzere a soli scopi pubblicitari ci farebbe solo deridere».

Scusate, ma c’è qualcuno che vuole investire seriamente sulle montagne?

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