Alpinismo

Cervino, capolavoro di Barmasse

immagine

CERVINIA, Aosta — Completamente slegato, incalzato dal sole cocente e poi dalla notte che calava sulle Alpi. Lunedì Hervè Barmasse ha compiuto la prima solitaria sulla Direttissima alla parete Sud del Cervino, aperta da suo padre Marco in due giorni nel 1983. La via non era mai stata ripetuta fino ad ora. Ecco l’intervista esclusiva e le prime immagini dell’impresa.

Barmasse, com’è questa via?
Si sviluppa in pieno centro della parete. E’ una di quelle due vie classiche che in un certo periodo della storia dell’alpinismo seguivano un itinerario completamente verticale dalla base della parete alla vetta: la "Direttissima", appunto. Lo sviluppo è complesso. Affronta un pilastro di roccia in mezzo alla parete, poi una mezza cresta, altra roccia, neve e poi ancora roccia per arrivare in vetta.
 
Che tipo di difficoltà presenta?
E’ difficile quanto una classica su una parete Nord, per esempio la stessa del Cervino. Però è oggettivamente molto più rischiosa perchè è esposta a Sud. Tra l’altro lunedì faceva particolarmente caldo, dunque i pericoli aumentavano man mano che il sole si alzava e colpiva la parete. Tant’è vero che ci ho messo due ore più del previsto.
 
Quanto ci è voluto per arrivare in cima?
In tutto otto ore. Ho perso tempo soprattutto sui tratti di neve: sprofondavo fino alla vita su pendenze di 65-70 gradi, dove il pendio poteva partire all’improvviso. Per esempio sul nevaio che porta alla testa del Cervino a circa 4.100 metri: su neve dura si supera in mezz’ora, invece io ci ho messo quasi due ore. Per dare un’idea delle brutte condizioni basti dire che ci ho messo lo stesso tempo a scendere: sono arrivato a Cervinia alle 23.
 
E hai fatto tutto in solitaria?
Sì. L’ho salita completamente slegato. Avevo una corda ma la utilizzavo per legare lo zaino alla parete mentre superavo il tiro più difficile e poi per recuperarlo. Una volta mi si è anche impigliato e ho dovuto fare una sosta per ricalarmi e recuperarlo. E’ stato l’unico imprevisto oltre al gran caldo.
 
Che tipo di arrampicata è?
Un’arrampicata di testa, perchè la roccia non è delle migliori. Per arrampicare slegato anche solo su un quinto grado, con dei grandi blocchi che rischiano di rimanerti in mano, gli appoggi che cedono e gli appigli che rischiano di venire via, non devi mai, mai perdere la  concentrazione.
 
Avevi programmato la scalata da tempo?
Era tre anni che volevo salire la parete. Volevo farlo d’inverno, quand’è piu sicura perchè i sassi vengono tenuti dal ghiaccio e dalla neve. Ma il primo anno la parete non è mai stata in condizioni, gli altri due ero al Piergiorgio e quindi mi sono ritrovato a farla ora che è primavera.
 
Come ti sei preparato?
Mi sono allenato facendo scuola di sci appena tornato dalla Patagonia! Scherzo. Veramente è stata una decisione improvvisa: dovevo lavorare, il cliente mi ha dato buca e io ne ho approfittato. 
 
La via non era mai stata ripetuta?
No. Tutta la parete è stata ripetuta pochissime volte per la via Carrel, che passa sulla destra e si sviluppa su una linea più facile perchè va a cercare pendii di neve, cenge e piccoli salti di roccia prima di deviare, alla fine, sulla normale. Mai nessuno, invece, ha ripetuto la direttissima, più difficile ma forse più sicura, perchè in parte coperta dagli strapiombi. Mi piacerebbe, però, che qualcuno lo facesse, per avere un confronto.
 
Come mai secondo te non l’ha mai ripetuta nessuno?
Perchè è pericolosissima. Gli alpinisti oggi vanno a cercare qualcosa di più difficile e magari di più sicuro. Secondo me però è bello avere voglia di cambiare, di fare qualcosa che può essere più o meno difficile, ma che comunque è nuovo. Io preferisco fare una cosa di questo tipo piuttosto che non magari il record di velocità sul pareti "trite" come la nord dell’Eiger. Per molti, soprattutto in America, scalare è diventata una questione di tempo, di secondi e di millesimi. Ma l’alpinismo non è questo.
 
Quante volte sei salito sul Cervino?
Un centinaio. Ho fatto quasi tutte le vie sulla parete Sud. Di tempo, per fare anche le altre, ne ho…
 
Hervè Barmasse, 29 anni, vive a Valtournenche ed è Guida del Cervino. Alpinista di livello su
tutti i terreni e in tutte le specialità dell’alpinismo, è particolarmente a suo agio su ghiaccio e misto. Ha all’attivo numerose prime sulle Alpi Occidentali e una buona esperienza extraeuropea, un tentativo al Cho Oyu, due spedizioni in Karakorum e due in Patagonia, dove è autore della prima salita alla nord del San Lorenzo.
 
 
Sara Sottocornola
 
Fotografie di Patrick Poletto

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close