Alpinismo

Tibet, giapponesi scoprono cime inviolate

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TOKYO, Giappone — Un gruppo di ultrasessantenni dall’invidiabile spirito esplorativo. E una spedizione che, nonostante la tragica morte del suo leader al campo base, è riuscita a documentare una serie di picchi inviolati in una regione che nessuno, negli ultimi anni, era riuscito a raggiungere.

L’avventura della "Silver Turtle Expedition" risale a quest’inverno, ma è balzata agli onori delle cronache solo pochi giorni fa.
 
E’ partita ad ottobre, diretta nella regione Sud-Est dell’Himalaya Tibetano, determinata ad ispezionarlo in lungo e in largo. I componenti della spedizione, guidata da Takeo Honjo, avevano tutti dai 61 ai 67 anni.
 
Inaspettatamente, grazie ad un tempo splendido e ad ottime condizioni di neve, riescono a penetrare nella zona e a salire fino al margine superiore del Lhagu Glacier per installare il campo base.
 
Nei quattro anni scorsi, nonostante numerosi tentativi, le spedizioni dirette in zona erano sempre state bloccate da alluvioni e tempeste di neve, e costrette ad accontentarsi di scalare cime minori e superare qualche passo himalayano.
 
Dal Lhagu Glacier, invece, sono partite numerose esplorazioni, di arrampicata e di scialpinismo, su vari picchi della catena del Kangri Garpo, che si estende da est a ovest per 280 chilometri.
 
Tra i picchi più affascinanti e difficili da raggiungere ci sono lo Snow Dome (5928 metri) e le cime che si elevano vicino al confine con il Midoi Glacier.
 
L’unica nota negativa dell’avventura è la tragica scomparsa del capospedizione, mentre si trovava al campo base. Le cause della morte non sono state dettagliate. 
 
Sara Sottocornola

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