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Ecatombe di api: corsa ai ripari

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TRENTO — Dall’America all’Europa, negli ultimi anni le api muiono molto di più. Negli Stati Uniti la mortalità ha raggiunto addirittura il 60-70 per cento, e anche nel vecchio continente gli esperti sono in allarme: si domandano il perchè e cosa fare per rimediare alla grave perdita.

Milioni di api sono misteriosamente scomparse lo scorso inverno negli Stati Uniti. Quando con l’arrivo della primavera gli apicoltori americani hanno cominciato a controllare le loro arnie, dopo averle lasciate svernare, molti di loro vi hanno trovato solo la regina e un pugno di operaie.
 
Stesso scenario in numerosi Stati europei, come in Spagna, Polonia, Germania, Inghilterra. Anche se la morìa delle api non raggiunge i livelli degli Stati Uniti, rimane comunque ben al di sopra della media. In Svizzera la mortalità dell’insetto è salita dal 10 per cento al 25, e gli studi evidenziano come le api senza gli apicoltori non sopravvivono neanche sull’arco alpino.
Le cause precise del loro calo numerico sono per il momento ancora sconosciute. Certo è che è necessario trovare delle soluzioni. Le api infatti sono insetti preziosissimi, fondamentali per l’ecosistema e per l’economia rurale. Moltissimi vegetali, soprattutto le piante da frutta ma anche peperoni, zucche, colza o girasoli, dipendono dalla loro impollinazione. Per questo l’aumento della loro mortalità è fonte di grande preoccupazione.
"Se non verrà ripristinata la popolazione delle api, non si possono escludere ripercussioni sulla produttività in svariati settori dell’agricoltura", afferma Theo Nicollerat, presidente della società ticinese di apicoltura.
 
In italia la Provincia di Trento già da anni è attenta alla salute delle api. Una legge del 1981 stabilisce il divieto di impiego di prodotti dannosi agli insetti durante il periodo di fioritura dei fruttiferi, situati tra i 500 e i 750 metri d’altezza. Quest’anno il divieto entrerà in vigore dal 14 aprile.
 
Ma al di là di queste misure riparatorie è importante scoprire le cause della morìa delle api e quindi trovare delle soluzioni che risolvano il probelma alla radice.
 
 
 
Valentina d’Angella

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